Di Lorenzo Bozzetti
La Juventus chiude il proprio 2025 nel migliore dei modi. In effetti, il 2-0 rifilato al Pisa di Alberto Gilardino lo scorso sabato 27 dicembre ha permesso alla squadra bianconera di Luciano Spalletti di salire a quota 32 punti nella classifica di Serie A e, al tempo stesso, di dare un importante segnale di continuità ai successi registrati nelle recenti gare disputate fra campionato e Champions League (con quattro vittorie ottenute consecutivamente nelle ultime quattro partite). In tal senso Federica Zille, giornalista e bordocampista di DAZN, è intervenuta in esclusiva ai nostri microfoni per commentare la vittoria ottenuta dalla Juventus a Pisa, offrire il proprio pensiero sul lavoro effettuato fino ad ora da Luciano Spalletti, sul momento che sta vivendo Kenan Yildiz (nonché la sua attuale situazione contrattuale) per poi, infine, parlare della prossima gara di Serie A che vede i bianconeri affrontare il Lecce sabato 3 gennaio alle ore 18. Queste le sue parole.
Che punto di vista si è fatta sul periodo che sta vivendo la Juventus?
“Sicuramente il periodo è positivo, perché se nelle ultime otto partite sono arrivate sette vittorie vuol dire che il lavoro di Spalletti è stato ben assorbito dalla squadra, e soprattutto sta portando risultati. Certo l’unica sconfitta è quella contro il Napoli, quindi in uno scontro diretto contro Antonio Conte, contro una delle due favorite per il titolo: andare a far punti anche contro il Napoli avrebbe significato dare tutto un altro spessore a questo inizio di gestione di Spalletti. Però mi sembra che la Juve stia ritrovando soprattutto la mentalità del dover far valere su ogni campo anche il proprio prestigio, la propria storia, che forse nelle ultime due stagioni questa cosa era venuta un po’ a mancare. La Juve non incuteva più timore per il solo fatto di essere in campo contro la Juventus. Adesso un pochino questa cosa, secondo me, sta tornando. Anche perché è andata a prendere di carattere due vittorie fondamentali per la zona Champions con Bologna e Roma, e una dietro l’altra, secondo me questa cosa pesa sul giudizio positivo della Juve di Spalletti”.
Che sensazioni le ha lasciato la gara contro il Pisa?
“La gara contro il Pisa mi ha lasciato un pochino la sensazione di una Juve che non può rinunciare ai giocatori in grado di crearti superiorità, di saltare l’uomo dietro la punta. Il fatto di avere fuori Conceicao e di sostituirlo con qualcuno che ha delle caratteristiche meno da attaccante, meno da dribblatore, come può essere Koopmeiners, lasciare fuori Zhegrova. Vedendo soprattutto poi l’innesto di Zhegrova quanta pericolosità e quanta verve ha portato, mi dà proprio l’idea che Yildiz, un Conceicao e uno Zhegrova sono fondamentali lì dietro la punta per aumentare anche la tecnica, la qualità di una squadra che forse dietro, alle spalle di questi due giocatori, di qualità non ne ha tantissima: tanto fisico, tanto carattere, però due giocatori di quel tipo lì sono imprescindibili”.
Secondo Lei, quanto può incidere, dal punto di vista della fiducia e della consapevolezza, la vittoria della Juventus contro il Pisa in vista della corsa alla Champions League e di un eventuale inserimento nella lotta scudetto?
“Più che la vittoria contro il Pisa è il filotto di tre vittorie consecutive, ma soprattutto le altre due, Bologna e Roma, perché lì sei andato a rafforzare la tua posizione in ottica Champions. Hai assottigliato il gap proprio dalla Roma. Lì sei andato a rimetterti totalmente in corsa per la Champions League. La vittoria contro il Pisa rafforza, è come se un pochino cementasse questo periodo positivo. Però credo che sia abbastanza normale che la Juve contro il Pisa debba pensare solo ed esclusivamente ai tre punti”.
In casa Juventus tiene banco la situazione legata al rinnovo contrattuale di Kenan Yildiz, autore di una grande prestazione contro il Pisa. Secondo Lei, in che modo la presenza di mister Spalletti può rappresentare un fattore determinante per la crescita di Yildiz e per convincerlo a proseguire il suo percorso alla Juventus?
“Il rapporto tra Yildiz e Spalletti, secondo me, viene evidenziato bene da Yildiz nell’intervista post-partita che ha fatto proprio con noi di DAZN a Pisa. E lui dice: “Mi ha urlato per tutta la partita, ok, va bene, so che lo fa perché vuole di più da me, perché mi reputa un giocatore importante per la Juventus, e soprattutto io ho il carattere per sostenere queste urla. Non è qualcosa che mi abbatte, ma qualcosa che mi sprona a far meglio”. Spalletti dice: “Per me è come un figlio Yildiz”. E ai figli, sappiamo, non si dicono sempre solo le cose belle e i complimenti, ogni tanto si rimproverano per ottenere il meglio da loro. Quindi, mi sembra un rapporto di grande stima reciproca, e questa è la cosa più importante. E secondo me può essere veramente fruttuoso questo tandem. Sul rinnovo di Yildiz, sì, penso sia una questione puramente economica, perché comunque lo stipendio di Yildiz, se non sbaglio, è il diciannovesimo per peso nel monte ingaggi della Juventus. Ha la maglia numero 10, è senza ombra di dubbio il più talentuoso, il giocatore di prospettiva, quello che può rappresentare il futuro della Juve, ed è anche abbastanza scontato che i suoi agenti puntino a ottenere un profitto maggiore”.
La sessione invernale di calciomercato è ormai alle porte. Secondo Lei, su quale profilo dovrebbe puntare la Juventus, e quale reparto necessiterebbe di rinforzi con i quali alzare il livello del proprio organico?
“La Juve, secondo me, andrà a intervenire a centrocampo, però qua bisognerebbe capire verso quale direzione vuole andare a livello di modulo Spalletti: se vuole soffermarsi su quello che sta facendo adesso, se vuole passare a una difesa a quattro, e di conseguenza come vuole strutturare il centrocampo. Perché potrebbe essere utile un regista: le prestazioni di Locatelli sono sempre nel mirino dei tifosi, della critica, nonostante siano praticamente sempre oneste. Poi ha anche la sfortuna contro il Pisa di uscire dal campo, e poi la partita si risolve proprio per questo gioco di incastri che porta Zhegrova sulla trequarti, quindi non è neanche fortunatissimo Locatelli, secondo me eccessivamente criticato. Non è il regista classico che potrebbe fare la differenza alla Juventus. Vediamo tutti il Milan come è cambiato dal prima al dopo Modric: ha una struttura, ha delle idee, ha un giocatore su cui appoggiare il pallone ogni volta che un compagno è in difficoltà, che si fa vedere tantissimo e che ha una visione diversa da tutti gli altri. Ecco, forse il regista potrebbe essere il ruolo che proprio manca alla Juventus: un regista così la Juve non ce l’ha. C’è anche questa suggestione Frattesi, che è un giocatore un po’ più d’assalto, da incursione dal limite dell’area e quindi che ti può andare a portare più uomini al limite dell’area, sulla trequarti: lì dove dicevo hai gli altri due, un Conceicao, un Zhegrova o un Yildiz che possono saltare l’uomo. Quindi, forse, bisogna capire se vuole rinforzare la zona playmaker o la zona gol”.
Contro il Pisa si sono potute registrare indicazioni positive dalle prestazioni di Zhegrova e David. In che modo questi due giocatori possono diventare risorse utili e importanti per la squadra bianconera in vista delle prossime partite? Mister Spalletti potrà esaltarne le caratteristiche e trasformarli in elementi centrali per il proprio impianto di gioco?
“Qualche indicazione positiva David l’ha data, però secondo me è sempre troppo poco rispetto alle aspettative e alle potenzialità del giocatore. Quindi, secondo me, rimane al momento un acquisto un po’ deludente rispetto a quello che ci aspettavamo da lui. Zhegrova, invece, ha grande qualità, la capacità di saltare l’uomo, ha avuto problemi fisici che hanno minato un po’ la sua continuità e ha avuto anche evidentemente, stando alle parole di Spalletti, un po’ di difficoltà magari a capire il lavoro difensivo nelle due fasi che Spalletti pretende da lui, e che porta l’allenatore magari a metterlo a partita in corso quando c’è da segnare, magari anche rischiando di sbilanciarsi un attimo, anziché partire dal primo minuto, dove regna l’equilibrio, sempre come parola chiave per qualsiasi allenatore. Renderli centrali vuol dire, per quanto riguarda Zhegrova soprattutto, vedere da parte sua applicazione in entrambe le fasi, cosa che lui, nel post partita di Pisa, ha detto essere abituato a fare anche dai suoi club precedenti, perché capisci che nel calcio moderno è qualcosa richiesto a qualsiasi giocatore in campo. Quindi, mi sembra che sia comunque disponibile a farlo”.
Nella prossima gara di campionato la Juventus incontrerà il Lecce, squadra che nelle ultime partite ha faticato a trovare una continuità di risultati. Quali potrebbero essere, secondo Lei, i principali pericoli che la Juventus potrebbe affrontare in questa gara?
“Contro il Lecce il pericolo è sostanzialmente quello che valeva per la partita contro il Pisa, ossia che le squadre che si devono salvare puntano tanto sull’equilibrio, nonostante l’allenatore del Lecce, Di Francesco, sia uno a cui piace giocare a calcio, però ha anche imparato a sue spese, rispetto alle sue esperienze nel passato, che ogni tanto bisogna anche un po’ più coprirsi. Infatti, quest’anno non ha preso grandi imbarcate rispetto al passato. E il Pisa ha fatto un’ottima prestazione, la Juve ha fatto fatica a portare a casa quei tre punti. Potrebbe ritrovarsi in una situazione analoga contro il Lecce, però, giocando in casa l’ago della bilancia pende nettamente dalla parte dei bianconeri. E aggiungo che l’altra difficoltà è che il calendario di gennaio del Lecce è qualcosa di impossibile, perché ha la Juventus, la Roma, l’Inter, il Milan, la Lazio, quindi ha tutte le grandi squadre. Poi il Parma, che è uno scontro diretto. Quindi è veramente un calendario dove ogni singolo punto può fare la differenza. Non è una squadra che andrà sicuramente a sbilanciarsi per provare a fare chissà cosa, però ogni punticino che potrebbe riuscire a racimolare lungo la strada è importante. Quindi penso che si ritroverà davanti una squadra molto compatta”.