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AIC, Calcagno: “Troppe partite? Non si può continuare a giocare così tanto”

Umberto Calcagno

Il presidente dell'AIC ha parlato

redazionejuvenews

Umberto Calcagno, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, ha parlato ai microfoni del Corriere della Sera di vari temi, tra cui le troppe partite che disputano oggi i giocatori durante il corso della stagione: "Ci sono due direttrici. La prima è la tutela della salute dei grandi calciatori, con più di 70 partite a stagione, 50 delle quali con meno di 4 giorni di recupero: il punto fermo sul quale tutti i calciatori sono d’accordo è che non si può continuare a giocare così tanto. Le finestre Fifa ad esempio vanno riviste. Secondo: non contrastiamo la ricerca di nuove risorse, ma alle nuove competizioni ci si deve arrivare con il merito sportivo. Altrimenti c’è il rischio di svilire i campionati interni.

Con meno partite in competizioni più ricche non è detto che si debba guadagnare meno. Il top player si pone il problema di svolgere la sua attività professionale in maniera diversa, con meno partite e meno viaggi, per fornire prestazioni migliori. Il giocatore medio? Ha paura che si crei un dislivello più ampio fra 3-4 squadre e le altre, senza una redistribuzione adeguata. E questo deve essere il timore di tutto il sistema. 

Riforma tabù? No, assolutamente, l’abbiamo già discussa e deliberata in consiglio direttivo, ma ci interessano prima le regole e sapere quali sono le nuove risorse per B, C e dilettanti. La diminuzione delle squadre non deve essere il punto di partenza. Plusvalenze? È preoccupante un sistema basato su di esse e sulle rivalutazioni, perché creano un beneficio immediato ai bilanci, ma poi li appesantiscono con gli ammortamenti. È un cane che si morde la coda. Foto del 2021? L’abbraccio tra Mancini e Vialli all’Europeo. Come per lo scudetto della Sampdoria ho ricevuto complimenti grazie a loro, nonostante il mio apporto marginale. Benefici Europeo? Questo gruppo azzurro nel quadriennio, grazie all’intervento della Federazione, ha raccolto 4 milioni e li ha devoluti al fondo di solidarietà per i calciatori di B e C, le cui squadre non sono riuscite a iscriversi".