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Sconcerti: “Milan squadra definita, della Juve nessuno conosce la vera formazione”

TORINO – Mario Sconcerti, noto giornalista, ha parlato della lotta scudetto nel suo editoriale per il Corriere della Sera: “Il Milan domina un campionato che si sta normalizzando. Non ci sono più 8 grandi squadre. Escono Atalanta e Lazio, arrivate a 3 sconfitte su 9 gare, si ferma il Sassuolo, prende 4 gol la Roma che in 3 scontri diretti ha fatto solo 2 punti. Restano imbattute solo Milan e Juve ma con una differenza: il Milan è squadra definita, che gioca con 13 giocatori stabili, rinforzata in estate ma inventata prima, mentre della Juve nessuno conosce ancora la vera formazione. Il Milan – scrive il giornalista – gioca con 2 centrocampisti, la Juve ne usa 4, l’Inter anche 6. Il Milan non è una squadra formidabile, ma è la migliore in questo autunno del mondo che è come il calcio di oggi, non determinabile. D’altra parte tutta la civiltà, la scienza, vanno verso l’elogio del non classificabile, da Einstein, a Heisenberg, a Godel. Voi direte che non c’entra. E perché? Il calcio siamo noi, le regole sono le stesse che ci costruiscono. Il Milan è un porto sicuro, gioca bene, è continuo. Ha la sfacciataggine educata della squadra borghese, sono quelli sempre puliti e bravi come il suo allenatore, rappresentano la vera diversità in un’epoca di malattia, quindi disattenta e sorprendente. Conte vince a Sassuolo varando il settimo centrocampo diverso, con Barella davanti alla difesa e Darmian al posto di Hakimi, cioè sceglie il molto semplice. Ma va avanti per tentativi. Pirlo vorrebbe la stessa cosa, ma ha grandi mezzi giocatori come Chiesa, Bernardeschi, forse Arthur, lo stesso Dybala, lo stesso Kulusevski, riempito di nozioni tattiche che il suo fisico non concepisce. Una Juve che non capendo reagisce come con Sarri, snobba l’impegno, ognuno lascia che sia l’altro a decidere. Il Milan resta invece sempre se stesso e trova in Calabria e Saelemaekers la sua spina verticale. Uno è il difensore che gli attaccanti più detestano perché è veloce e se serve picchia. L’altro è il piccolo duce nascosto che tiene stabile la linea magra di Kessie e Bennacer. Questa felice divagazione tra il sacro e il profano fa del Milan la miglior squadra. E nel dubbio sulla sua resistenza, assiste in silenzio al perdersi degli avversari”.

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