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Sacchi: “La Juve tornerà ad alzare la voce in campionato”

Arrigo Sacchi
L'ex allenatore del Milan e della Nazionale, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha analizzato la Serie A a una settimana dall'inizio.

redazionejuvenews

La Serie A è sempre più vicina. Esattamente tra una settimana prenderà il via la stagione 2022/23, con gli anticipi del sabato, mentre la Juvepoi giocherà nel monday night di Ferragosto allo Stadium contro il Sassuolo. A pochi giorni dalla ripresa, Arrigo Sacchi, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha analizzato la situazione del calcio italiano, tra problemi economici e mancanza di coraggio nel lancio dei giovani.

Queste le sue parole: "La prima cosa che vorrei sottolineare è che mi piacerebbe vedere un campionato a cui partecipano società con i bilanci regolari e non in rosso: altrimenti non è più un torneo veritiero. E poi vorrei una Serie A con più giovani. Diamo spazio alle nuove voci, anche in panchina: non chiudiamoci dietro i soliti vecchi steccati. i giovani portano entusiasmo, passione, allegria. Apriamo loro le porte e facciamoli giocare. E magari, già che ci siamo, evitiamo di prendere tanti stranieri a prezzi folli: quando ci sono stati molti elementi arrivati dall’estero, il calcio italiano non è mai andato bene".

Sulle ambizioni dei bianconeri: "La Juve, che l’anno scorso aveva perso un po’ di motivazioni, penso che tornerà ad alzare la voce. Vlahovic ha grandi potenzialità, ma ha bisogno del supporto di tutta la squadra".

Una panoramica sulle altre pretendenti ai primi posti della classifica: "Il Milan che ho visto contro il Marsiglia ha fatto una buona figura: è una squadra che fa un gioco europeo. Se i ragazzi di Pioli non perderanno l’umiltà, lotteranno fino alla fine per il titolo. Così farà l’Inter, ma la squadra nerazzurra deve imparare a giocare in undici, altrimenti non può fare un buon possesso palla. Lukaku e Lautaro devono dare una mano in fase difensiva. E poi attenzione alla Roma: Mourinho è un allenatore di esperienza che sa motivare il gruppo. Il pericolo, a Roma, è l’euforia".