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Juventus, Sacchi: “Sudamericani fuori? Allegri ha ragione, punto e basta”

Massimiliano Allegri

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi ha difeso Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus.

redazionejuvenews

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi ha difeso l'allenatore della Juventus: Se Allegri ha deciso di non convocare Dybala, Cuadrado, Bentancur, Danilo e Alex Sandro, ha ragione lui. Punto e basta. Soltanto un ignorante può criticare una situazione che non conosce. Nessuno meglio di Allegri sa come stanno i suoi giocatori, nessuno meglio di lui conosce le loro reali condizioni, nessuno meglio di lui ha il polso della situazione: magari uno ha bisogno di più tempo per recuperare, a un altro invece basta un giorno. Sono tutti dettagli che un allenatore deve valutare con attenzione e, credetemi, non è semplice prendere certe decisioni".

"Se quei cinque non giocheranno, ne giocheranno altri cinque - Ha continuato Sacchi -. È un modo anche per dare la possibilità ad altri ragazzi di mettersi in mostra. Sennò a che cosa serve avere delle rose di trenta elementi? Ce ne sono trenta? Bene, cerchiamo di utilizzarli tutti nelle situazioni di emergenza. La mossa di Allegri non dimostra solo coraggio, ma anche conoscenza dell’ambiente. Allegri è un allenatore molto esperto, ha avuto tanti successi, conosce bene il suo mestiere. Può non piacere il suo modo di far giocare le squadre, ma è bravissimo a gestire le situazioni e dunque è una garanzia. Inoltre queste scelte devono rappresentare uno stimolo per gli altri”.

Chiosa finale sul suo passato. Nel corso della sua lunga carriera, l'ex allenatore ha mai fatto una scelta del genere? “Alla terza partita del mio primo campionato al Milan lasciai in panchina Van Basten. In settimana, dopo la sconfitta interna contro la Fiorentina, aveva detto cose che non mi erano piaciute. A Cesena, con Van Basten che entrò nel secondo tempo, finì 0-0, ma alla fine dissi: “Ho visto la squadra che può vincere lo scudetto”. La decisione di lasciare fuori Van Basten era un messaggio chiaro: al Milan c’era chiarezza, i giocatori dovevano fare i giocatori, i dirigenti dovevano fare i dirigenti e l’allenatore doveva fare l’allenatore”.