news

Effetti a lungo termine dei medicinali? L’esperto: “Altamente improbabile”

redazionejuvenews

I farmaci presi dai giocatori negli anni 60 e 70 potrebbero avere effetti a lungo termine? Il parere dell'esperto

La morte di Gianluca Vialli ha scatenato una serie di forti perplessità sulle sostanze assunte dai giocatori negli anni 60 e 70. A iniziare la diatriba è stato Dino Baggio che si è detto molto preoccupato per la sua salute, ma dopo di lui molti altri ex calciatori di quegli anni hanno espresso la stessa opinione.

[an error occurred while processing this directive]

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il dottor LucaPasina, direttore del laboratorio di Farmacologia clinica del Mario Negri di Milano, ha parlato dei possibili effetto a lungo termine delle medicine assunte in quegli anni. "Non possiamo fare nessuna ipotesi di effetti ritardati. I pericoli i giocatori li hanno corsi nel momento in cui prendevano quelle cose. A distanza di molti anni è altamente improbabile che si manifestino reazioni. Se si assume un farmaco per trent’anni, è possibile che al trentesimo anno si abbia un effetto collaterale mentre se lo si assume per tre anni, i possibili effetti indesiderati si manifestano in corso di trattamento. Se insorge qualcosa dopo trent’anni dalla sospensione, con ottime probabilità il farmaco preso all’epoca non c’entra".

Sugli integratori: "Bisogna capire che cosa c’è dentro. L’integratore non è sottoposto alla normativa stringente a cui sono vincolati i medicinali. Molto spesso gli integratori per gli sportivi contengono sostanze non dichiarate. Durante indagini a campione, si è scoperto che in un quarto erano presenti ormoni androgeni. Questi ormoni forniscono energia, aumentano massa muscolare e migliorano le prestazioni, ma espongono a rischi. Sul mercato ci sono circa 75.000 integratori a fronte di circa 45.000 farmaci. Il mercato degli integratori genera profitti enormi.  Abbiamo studi che evidenziano come l’uso, a lungo protratto di vitamine che tendono ad accumularsi nei grassi, come il betacarotene, precursore della vitamina A, e la vitamina E, possa aumentare il rischio di alcune forme di tumori del tratto gastrointestinale e la relativa mortalità, seppure di poco".