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Cassano: “La Juve non sa valorizzare Arthur, è uno dei più forti al mondo”

Antonio Cassano

L'ex giocatore ha parlato del centrocampista della Juventus, paragonandolo con gli altri interpreti del ruolo presenti nella Serie A e con i suoi compagni

redazionejuvenews

La Juventus ha sistemato la squadra con il mercato di gennaio, inserendo due giocatori funzionali al nuovo progetto di Massimiliano Allegri. Gli acquisti di Dušan Vlahovic e di Denis Zakaria, hanno portato entusiasmo e nuove energie alla Continassa, che l'allenatore bianconero spera di incanalare nelle partite che mancano da qui alla fine della stagione. Una rosa cambiata molto con l'arrivo dei due nuovi acquisti, con Zakaria che ha portato muscoli a centrocampo, reparto che negli ultimi anni era in sofferenza. L'ex giocatore Antonio Cassano ha parlato di uno dei centrocampisti bianconeri, intervistato dai microfoni de Il Secolo XIX.

"Sensi per me in questo momento è il centrocampista italiano più forte, qualitativamente e anche di idee. È un calciatore sensazionale. Da top club. Mi aveva colpito quando ancora giocava nel Cesena. Poi nel Sassuolo e nell'Inter è esploso. Per me è meglio di Locatelli, di Verratti, di Jorginho... se fossi Mancini non avrei dubbi e ci punterei pesantemente. Deve essere una colonna della Nazionale dei prossimi anni. Il suo punto debole fino a oggi è stato solamente uno, quello fisico. È stato molto penalizzato dagli infortuni".

"Come tocco di palla e corsa mi ricorda molto Arthur, per me uno dei più forti al mondo in questo momento. La Juventus forse non lo sa valorizzare. Se invece vogliamo esagerare, e sottolineo esagerare, vedo in lui qualcosa di Xavi e di Iniesta. Ecco, Sensi è un calciatore filosoficamente da Barcellona. Dove gioca? Facile. Andrei da lui e gli chiederei, "dove pensi di rendere meglio?". Mezzala, trequartista, play, seconda punta, per me può fare tutto. Mi dica lui. E a seconda della risposta schiererei di conseguenza gli altri dieci. Un allenatore intelligente deve adattarsi ai calciatori forti che ha. Ai miei tempi ad esempio venivano in effetti a dirmi dove avrei dovuto mettermi, cosa avrei dovuto fare... poi in campo intanto decidevo io, mi piazzavo dove volevo. E penso di avere fatto divertire tanta gente"