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Audero: “Buffon il mio riferimento. Sto bene alla Samp ma se chiama la Juve…”

Emil Audero

Il portiere ha parlato del suo futuro

redazionejuvenews

L'ex portiere della Juventus Emil Audero, ora alla Sampdoria, ha parlato intervistato dai microfoni di Sky Sport sul suo futuro, con le ultime voci di mercato che lo danno in lizza per tornare ad essere il secondo portiere della Juventus: "Fa sicuramente piacere l'interesse delle big, se si parla di mercato vuol dire che si sono fatte buone cose durante la stagione. Arriverà il momento in cui si parlerà meglio del futuro, ma ne sapete più voi di me. Io sono felice alla Sampdoria, ho rinnovato e qui mi trovo bene. Poi vediamo quello che succede, è un tema delicato e quel che sarà sarà".

Poi una battuta sull'Italia di Mancini: "La Nazionale ha un gruppo unito e si vede, si capisce da piccoli gesti che, se fatti da giocatori importanti come Chiellini e Bonucci valgono ancora di più. Buffon? Sono cresciuto con lui e dal Mondiale 2006 è stato il mio riferimento. Ho avuto la fortuna di allenarmi con lui, la sua scelta di tornare a Parma la vedo come una decisione romantica. Queste sono le sfide che lo stimolano a dare qualcosa in più".

 Gianluigi Buffon

Anche Wojciech Szczesny, dal ritiro della sua Polonia, ha parlato intervistato dai microfoni della UEFA: "Lo spirito di squadra è molto migliorato dopo la seconda partita rispetto a prima. Dopo la prima partita c’era rabbia, ma in senso positivo. Di solito quando perdiamo questo ci rende tristi o arrabbiati. La tristezza è un’emozione molto negativa e la rabbia di solito provoca una reazione molto positiva. Lo abbiamo sperimentato nella seconda partita. Lewandowski? Robert è molto freddo e posato, anche se contro la Spagna si poteva vedere un Robert leggermente diverso, un po’ più arrabbiato, che ha dato energia positiva alla squadra. E’ un grande leader. Non urla ai giocatori come la gente immagina che dovrebbe fare un leader, ma dà l’esempio. I giovani calciatori hanno qualcuno a cui ispirarsi. Il prossimo match con la Svezia? Dobbiamo segnare. Mentalmente, è abbastanza facile quando sai che devi vincere la partita. Non c’è bisogno di speculare. Quindi l’approccio mentale a una partita del genere è molto più semplice perché non si lasciano energie per gli ultimi minuti o per la partita successiva. Giochi per la tua vita e penso che questo possa aiutarci".