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Ancora Allegri: “A Cardiff arrivammo in discesa, giocavano sempre i soliti”

Massimiliano Allegri

Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus, ha parlato della storia del club bianconero e di Cardiff.

redazionejuvenews

Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus, ha rilasciato delle dichiarazioni a DAZN, toccando diversi temi. Ecco le sue parole sui bianconeri: "La Juve ha un DNA ben preciso: lavorare duro, la prima società in Italia, ora è cresciuta tanto in Europa. La Juve ha giocato 9 finali, che sono tutte un evento. Nella scelta dei giocatori non puoi tradire il dna. Nessuno parla del gioco del Real, ma i campioni. Tutti parlano del Barcellona, che non aveva vinto niente prima dei Messi, Xavi, Busquets, Iniesta... hanno iniziato a vincere lì, con Guardiola. In Italia andiamo a scimmiottare gli altri. Si rincorrono tutti, ma quando lo fai sei sempre dietro. Cerchiamo di lavorare sulle nostre qualità".

Su Cardiff: "Quale partita rigiocherei? Più facile? Le due finali di Champions. La prima o la seconda? La prima. Spiegazione di Cardiff? Lì ci siamo arrivati non in ascesa, ma un po' in discesa. Avevamo fatto 4 mesi giocando con i quattro davanti, eravamo favoriti non considerando che il Real arrivava in ascesa. Con gli infortuni al primo tempo, poi, abbiamo pagato. Come dice Messina, le grandi sfide le vinci con le grandi difese. Quando giochi una finale, con qualità da entrambe le squadre, chi difende meglio vince".

Sullo stop di due anni: "Questi due anni di stop mi sono serviti, mi sono riavvicinato a famiglia, a casa, agli amici. Ho apprezzato le cose che sai benissimo anche te, quando sei nella lavatrice diventa un casino. Dopo due anni non lunghi, ma avevo bisogno di rientrare. Come sono cambiate le partite? Ho trovato molto il fatto del rinvio che non viene più fatto in un certo modo, la palla giocata in area ed è diverso. Bisogna trovare una soluzione, il portiere non può tenere troppo la palla. Lo spettacolo del calcio è velocità e tecnica, rifugiarsi dal portiere toglie responsabilità ai giocatori. Molti lo fanno ancora. Si fece la riunione: o si passa la palla davanti, o tolgo il portiere. Bisogna pensare, allenare i ragazzi a scegliere la soluzione migliore è fondamentale. E l’abbiamo un po’ perso. Parlo fin da bambini. Vengono fuori con poco allenamento".