TORINO – (ANSA) – ROMA, 29 MAR – “Quella volta che il Real Madrid mi scrisse di non giocare strappai la lettera, senza neanche leggerla: era la finale del Mondiale 2014, e avrei accettato perfino il rischio che potesse essere l’ultima partita della mia vita, pur di essere in campo”. Lo racconta, sei anni dopo, Angel Di Maria, esterno argentino ora al Psg. Nel Mondiale brasiliano, l’Argentina perse il titolo con la Germania, ma Di Maria visse una storia nella storia “Siamo solo in tre a conoscerla: io, il medico della nazionale e il ct Sabella”, ha raccontato l’argentino a Telefe.
“Avevo un infortunio muscolare serio, ma volevo giocare a tutti i costi, anche quello di poter chiudere li’ la mia carriera”, dice Di Maria che all’epoca aveva 26 anni e giocava nel Real dei Galacticos. “Sapevo che il Real voleva vendermi, poi arrivò nel ritiro in Brasile quella lettera: la strappai. Andai da Sabella – prosegue il centrocampista – e piangendo dissi che anche se non ero al 100%, per me giocare era tutto. Lui mise Perez”. Di Maria rimase in panchina, tra le polemiche di stampa e tifosi argentini. Nell’estate successiva, passo’ allo United. (ANSA).
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