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Moggi: “Calciopoli? Il processo è stato fatto per colpire la Juve…”

Luciano Moggi

L'ex amministratore delegato della Juve ha parlato

redazionejuvenews

Luciano Moggi, ex amministratore delegato della Juve, ha parlato ai microfoni di Radio Punto Nuovo di Calciopoli. Le sue parole: "Mi è venuta noia a parlare della mia storia, ma pian pano le persone stanno cambiando idea sull'argomento. Chi mi ha voluto fregare? Non mi interessa saperlo, l’importante è che ho la coscienza pulita. A me basta dire che a Coverciano hanno addirittura sostituito il filmato riguardo il sorteggio arbitrale. Mi hanno apostrofato come un mafioso del calcio, ma il calcio è così. Alla gente, anche se capisce come sono andate le cose, piace darmi la colpa come è successo a Napoli".

Il processo è stato fatto per colpire la Juventus ovviamente, non solo me. Si voleva solo colpire la Juve. Ero il Dio in Terra del calcio italiano? Avevamo contro la Lega e il Coni: semplicemente mi difendevo da questi organi, non ero nessun Dio del calcio italiano. Quando è morto Papa Giovanni Paolo II, io decisi di far slittare la partita di un giorno ma alla fine la partita si giocò dopo 20 giorni, così il Milan poté recuperare Kakà e la colpa fu data a me affermando che volevo giocare dopo per far recuperare le forze, veramente inaccettabile. Io non faccio la vittima, sono una vittima ma mi interessa poco di questo argomento.

Come sono i rapporti con Elkann? Queste sono cose mie, non voglio parlarne e non ne parlerò. Effettivamente, devo ammettere che il trio composto da me, Giraudo e Bettega non era simpaticissimo, però da dire questo a dire che siamo colpevoli di tutto ce ne vuole. Che fine ha fatto lo stile Juve? Non sto più alla Juve come una volta, non dovete domandare a me ma alla società attuale ed hai dirigenti nuovi: se Gianni Agnelli vedesse questa gestione si starebbe rivoltando nella tomba".