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Lo sfogo di CR7: “Sono venuto al Manchester per vincere, non per il sesto posto”

redazionejuvenews

Il fenomeno portoghese si è sfogato su quella che è stata la prima metà di stagione al Manchester

Nella serata di ieri la Juve non è riuscita a triofnare in quel di San Siro e di conseguenza ha dovuto arrendersi all'Inter di Simone Inzaghi che, mette in bacheca il suo primo trofeo da allenatore nerazzurro. E' stata una Juve ben organizzata in campo e che ha concesso poche occasioni da gol agli avversari, nonostante le numerose assenze che hanno compromesso la gara prima ancora di iniziarla. Ma a gelare i suoi compagni ci ha pensato Alex Sandro a 5 secondi dalla fine, appoggiando follemente di petto il pallone all'indirizzo di Chiellini ma erroneamente.

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In questa prima parte di stagione però, a vivere dei momenti sofferenti è stato anche uno che la maglia bianconera l'ha indossata per 3 anni di fila e che ancora oggi viene inevitabilmente rimpianto. Stiamo parlando del fenomeno portoghese CristianoRonaldo che, con il Manchester si trova in una posizione di classifica al quanto insolita e che al momento lo escluderebbero da tutte le prossime competizioni europee. A tal proposito è arrivato lo sfogo di CR7 che, ha commentato cosi ai microfoni di Sky Sports UK.

"Al Manchester United non si può non ambire sempre ad essere tra le prime tre. Non voglio stare qui per giocarmi il quinto, sesto o settimo posto. Sono qui per provare a vincere, per competere. Siamo competitivi, sì, ma non al top. Davanti a noi c'è un lungo cammino per migliorarci e credo che solo cambiando la nostra mentalità, potremo raggiungere grandi cose. L'esonero di Ole Gunnar Solskjaer per Rangnick in attesa di un nuovo tecnico il prossimo anno. Da quando è arrivato qualche settimana fa, ha già cambiato molte cose e siamo già migliorati su diversi aspetti. Ma ha bisogno di trasmettere ai giocatori le sue idee. Anche perché non è stato un manager per tanto tempo, e non ha mai allenato un top club. Questo è sicuramente il più grande incarico che abbia mai avuto. Il fatto poi che sia ad interim può incidere sull'attitudine di alcuni giocatori, che sanno che chi gli dà istruzioni non sarà al comando per molto tempo".