TORINO – La Juventus che si avvia a vincere il settimo Scudetto consecutivo è una squadra camaleontica e famelica, che quando ha annusato il pericolo è stata capace di rialzarsi e andare a fare l’affondo definitivo per conquistare la vittoria.
In una stagione travagliata anche per l’infortunio, chi non ha di certo brillato come si pensava è stato Paulo Dybala. Non per colpe sue, sia chiaro, perché la classe del ragazzo è cristallina, ma per come si è messo il campionato.
Dopo un inizio che faceva presagire sfaceli e gol su gol, l’infortunio ne ha un po’ mediato il rendimento, costringendolo lontano dal terreno di gioco per molto tempo.
Al suo rientro Paulo, visto come pericolo numero 1 della squadra bianconera, è stato sistematicamente accerchiato da tutte le difese avversarie, rendendo difficile il compito di incidere sulla partita.
Se la media realizzata è quindi scesa rispetto all’inizio della stagione, a Paulo non si può rimproverare nulla, se non la mancanza di resilienza: saper elevarsi al sopra delle critiche è dei giudizi non è facile, soprattutto per un ragazzo come lui, ma i guizzi e gli sprazzi di luce dati alla sua Vecchia Signora hanno dimostrato indiscutibilmente il suo talento e la sua classe.
E comunque, per Paulo, ci sono ancora 3 partite e una finale di Coppa Italia in cui prendersi e illuminare la scena.
Di Marco Tarantino
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