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Vlahovic: “Ho voluto fortemente la Juve: abbiamo lo stesso dna”

Dusan Vlahovic

Il calciatore prelevato a gennaio dalla Juventus alla Fiorentina ha parlato della squadra bianconera e di se stesso, svelando alcuni retroscena

redazionejuvenews

Il calciatore della Juventus Dusan Vlahovic è intervenuto al Salone Internazionale del Libro di Torino, dove ha risposto ad alcune domande, parlando di se stesso e della Juventus: "Mi piace il Dna della Juve, non mollare mai fino alla fine. Sono anch'io così e ho voluto fortemente vestire questa maglia. A fine carriera, non vorrò avere rimpianti. Non mi piace parlare di me come un campione. Diciamo che spero diventarlo, un giorno, ma c'è ancora tanto da fare. Ho ben chiaro quello che voglio. Diciamo che, un giorno, spero sia scritto nella storia. Ma non mi pongo obiettivi troppo lontani: attualmente penso a crescere con la Juve. Pressioni? Parliamo di calcio, nella vita ce ne sono di molto più importanti, come dice il mister, riguardano le persone che lavorano. Noi dobbiamo solo giocare con passione per la Juve".

Arrivano poi le parole al miele per Chiesa: "Con Federico abbiamo condiviso lo spogliatoio tre anni alla Fiorentina e ora ci siamo ritrovati insieme alla Juve. Spero si riprenda presto dall'infortunio: non vedo l'ora di tornare a giocare con lui. In Champions ho segnato all'esordio contro il Villarreal, ed ho capito perché tutti dicono che giocare questa competizione rappresenta un'emozione unica. L'atmosfera è qualcosa di eccezionale".

In chiusura un pensiero per la famiglia e per il suo ex allenatore Cerare Prandelli: "Per me la famiglia viene prima di tutto: mi sono impegnato tanto nel calcio per renderla orgogliosa. Ho iniziato con il basket, in Serbia è normale. Era la mia prima passione. Poi con gli amici ho provato il calcio e da lì non ho più smesso. Parlare di Cesare Prandelli mi emoziona. Mi ha spinto, mi ha supportato con tutte le sue capacità e intuzioni e lo ringrazierò per tutta la vita. Qualsiasi cosa per lui ci sarò sempre, gli sono grato. Fino ad oggi è l'uomo di sport più importante della mia carriera e della mia vita".