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Vialli: “Ho paura di morire. La malattia non è solo sofferenza”

Gianluca Vialli

Il settimanale 'Oggi' ha anticipato alcuni contenuti del docu-show 'Una semplice domanda', in cui l'ex bianconero ha parlato con Cattelan.

redazionejuvenews

Gianluca Vialli si racconta a cuore aperto. Il settimanale Oggi, che sarà in edicola domani, ha anticipato alcuni dei contenuti del docu-show 'Una semplice domanda', che sarà lanciato dal 18 marzo su Netflix. Nello show l'ex attaccante della Juventus ha fatto diverse confidenze ad Alessandro Cattelan. Vialli dal 2017 vive un dramma personale, da quando gli è stato diagnosticato un tumore al pancreas. Negli ultimi anni la malattia sembra essere regredita, tanto che lui è tornato ad avere un ruolo operativo nel mondo del calcio, con il ruolo di Capo delegazione della Nazionale azzurra, a fianco del suo amico fraterno, il commissario tecnico Roberto Mancini, con cui ha avuto la gioia di vincere l'Europeo l'estate scorsa.

Gianluca Vialli

"Io ho paura di morire, eh. Non so quando si spegnerà la luce che cosa ci sia dall'altra parte. Ma in un certo senso sono anche eccitato dal poterlo scoprire". Questa è una delle frasi più toccanti tra gli estratti del docu-show. Parole che fanno riflettere e che toccano tutti gli appassionati del calcio italiano e in particolare i tifosi della Juve e della Sampdoria. Con i blucerchiati ha giocato per tanti anni, vincendo lo storico Scudetto, in coppia in attacco proprio col suo amico Mancini. Con la squadra bianconera ha giocato dal 1992 al 1996, avendo l'onore di alzare, fra le altre cose, l'ultima Champions League vinta dalla Vecchia Signora.

Ma ci sono anche altre parole emozionanti tra queste anticipazioni: "Mi rendo anche conto che il concetto della morte serve per capire e apprezzare la vita. L'ansia di non poter portare a termine tutto ciò che voglio fare, il fatto di essere super eccitato da tutti i progetti che ho è una cosa per cui mi sento fortunato. La malattia non è solo sofferenza, ci sono anche dei momenti bellissimi. La vita, non l'ho detto io ma lo condivido in pieno, è fatta per il venti per cento da quello che ti succede e per l'ottanta per cento da quello che capita. E la malattia può insegnare molto di come sei fatto. Può essere anche un'opportunità. Non dico al punto al punto di essere grato al cancro, eh...".