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Toni: “Pochi gol in Serie A? Meno rigori e non c’è la condizione”

Luca Toni
L'ex bomber della Juventus e della Nazionale, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato della situazione degli attaccanti in Italia

redazionejuvenews

Nelle prime due giornate di Serie A non ci sono stati tanti gol. In un'intervista a La Gazzetta dello Sport, Luca Toni, ex bomber della Nazionale e della Juventus, ha analizzato le possibili cause: "Perché gli arbitri danno meno rigori, poi bisogna aspettare che vadano tutti in forma. E' calcio d’agosto, ma anche calcio conta perché ci sono i punti in palio. Bisogna svegliarsi subito perché i punti d’agosto valgono come quelli di settembre".

C'è stata la partenza anticipata: "La preparazione conta, bisogna vedere i carichi di lavoro, programmati per esigenza. Servono due o tre gare di assestamento".

Ci saranno tante partite ravvicinate: "Non credo che possa sbilanciare troppo. Non è facile capire se il 10 andiamo in forma o il 13 o il 15. Sarebbe troppo facile. Saranno due tornei diversi, tutti cercano di fare questi 3-4 mesi al massimo, poi va visto come ce la fai"

La Roma, prossimo avversario dei bianconeri, ha schierato molti uomini offensivi, ma ha fatto solo due gol: "Considerando che ha tre attaccanti di nome e di fatto, ci si aspettavano più gol ma non ne ha subiti, è stato bravo Mourinho. Ma adesso iniziano gli scontri diretti e si vedrà la forza della squadre".

Sono pochi gli italiani che segnano: "Con il decreto crescita arrivano tanti stranieri in Italia, i club devono far tornare i conti, ma è anche un problema per Mancini che ha sempre meno giocatori".

Come far crescere gli attaccanti: "Meno tattica, più lavoro con la palla, più uno contro uno. Non riusciamo più a trovare giocatori che saltano l’uomo. Sanno fare una diagonale ma non sanno superare l’avversario. Vanno lasciati più liberi e iniziare con la tattica quando sono più grandi. Molti arrivano a un punto in cui noi in Italia non riusciamo più a farli giocare. Di tutti i nostri giovani dicono che non sono mai pronti, devono sempre maturare mentre gli stranieri sono pronti. Non so se è un problema di squadra, però c’è qualcosa che non torna".