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Tavecchio: “Juve e Inter costrette investire molto per stare al passo”

Tavecchio

L'ex presidente della FIGC ha rilasciato una intervista a Soccermagazine, in cui ha descritto le difficoltà dei club e del sistema calcio.

redazionejuvenews

Carlo Tavecchio non le manda a dire. L'ex presidente della Figc ha rilasciato una lunga intervista a Soccermagazine, parlando sia della Nazionale che del calcio italiano in generale. Juventus e Inter sono i club più vicini alle big europee: "Bisogna fare una premessa di carattere economico. Il futuro è imminente, ci riserverà qualcosa. Il principio di controllare la liquidità aziendale è passato in federazione e i dati al 31 marzo credo che metteranno in evidenza situazioni particolari. Per raggiungere gli obiettivi importanti le stesse Juventus e Inter devono investire e procurarsi giocatori all’altezza di quelli della Premier, dei francesi, dei tedeschi. Credo che il nostro calcio non potrà più permettersi in futuro di avere bilanci con perdite di 250 milioni all’anno. Perché non ci saranno integrazioni da parte dei soci, poiché l’economia sarà molto disperata. Quindi io credo che non ci sarà un grande sviluppo dal punto di vista dei risultati delle nostre società".

Sulla questione dei troppi stranieri: "Io ho sempre criticato l’arrivo di stranieri extracomunitari senza un curriculum naturale, come facevano gli inglesi, i francesi e i tedeschi. Qui arrivavano a peso in Italia. E con permessi di soggiorno dal punto di vista turistico questi giovani - poverini - venivano portati alla scelta e chi non superava i primi ostacoli si trovava in Italia dopo 3 mesi col permesso scaduto e doveva cercare di restare in Italia in qualche modo. Io credo che i giovani stranieri che sono arrivati in Italia, a prescindere se nelle Primavere, nelle Juniores o nei settori giovanili, abbiano sempre ottenuto più considerazione dei nostri. Questo per un motivo molto semplice: noi abbiamo un sistema sportivo in cui i centri di formazione federale sono sempre stati negletti, quindi i risultati sono questi. Basta controllare chi sono i centravanti italiani principali della Serie A e ce n’è solo uno italiano, che è Immobile. Tutti gli altri che sono arrivati qua hanno occupato dei posti che potevano essere dei nostri. Ma non solo nelle prime squadre, anche nelle Primavere e nei settori giovanili. Io credo che, senza parlare di situazioni particolari o comunque settarie, sia necessario dare spazio anche ai nostri come lo si dà a cittadini che arrivano magari con grandi capacità. Dobbiamo avere le stesse chance. Credo che il risultato della Nazionale che ha vinto l’Europeo sia qualificante per quello che è successo, per la Nazionale italiana, per il tecnico e per la federazione".

Dopo la disfatta azzurra è inevitabile pensare a cosa era accaduto dopo la Svezia: "Non è stato solo Ventura ad essere colpito e linciato. Il sottoscritto ha passato tutte le categorie di accuse e di valutazione. Dopo che avevo lasciato una grossa liquidità in federazione, dopo che avevo portato il VAR in Italia, dopo che avevamo ottenuto 4 partite dell’Europeo a Roma, dopo che avevamo fatto un campionato Under 21 a Bologna e Udine. Io ero intervenuto solamente per dare una mano al signor Ventura, che onestamente per me era un tecnico buono, perché di ottimi ce ne sono pochi. Ma era disponibile e rappresentava un giusto equilibrio tra compenso e tecnico. Ha avuto la sfortuna di perdere. Io credo che Ventura sia stata una persona che non debba rammaricarsi di niente. Nel calcio le fortune e le sfortune dipendono da sciocchezze. Se va dentro il palo di Darmian siamo ai Mondiali, e poi chi avrebbe detto cosa avremmo fatto? Io non ho mai detto che Ventura è un cattivo tecnico, è una persona perbene e seria".