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Tardelli: “Ritorno alla Juve? No, ci sono già stato. Sulla dirigenza…”

Marco Tardelli
L'ex centrocampista bianconero, intervenuto ai microfoni di TMW Radio, ha parlato del momento della Juve e della Serie A che ha preso il via.

redazionejuvenews

Marco Tardelli è intervenuto ai microfoni di TMW Radio, toccando diversi argomenti. L'ex bianconero è tornato sugli avvicendamenti sulla panchina della Juventus: "Se fossi stato dirigente bianconero quando Allegri è andato via, avrei preso un allenatore giovane, scegliendo Pirlo come hanno fatto o altrimenti puntando su Simone Inzaghi. Pirlo è arrivato quarto, ha fatto quello che doveva fare e probabilmente gli avrei dato la possibilità di andare avanti. Il ritorno di Allegri, dopo Sarri, o quello di Conte, era forse inevitabile. Ma Inzaghi sarebbe stato un profilo da Juventus. È un tipo di allenatore che 'sa dove mettersi'. Sarri ha fatto bene, ma non era il genere di mister che volevano i tifosi e la società. Quando punti su un allenatore che consideri una 'promessa del calcio' devi farlo con un progetto triennale. Inzaghi all’Inter sta facendo bene".

Sulla corsa Scudetto: "Molte squadre possono lottare per il titolo, a partire da Milan, Inter e Juventus. La Roma potrebbe essere una piacevole sorpresa. Con quale allenatore mi sarei trovato meglio? Mi ritrovo con lo stile di Allegri: non sarà il più fluido ma alla lunga è il più vincente. Lui risolverà le difficoltà della Juventus, è stato sfortunato dato che ritroverà Pogba solo a ottobre".

Un giocatore che gli somiglia: "Pensavo che Marchisio, in maniera più soft e meno cattiva, potesse essere un centrocampista simile per caratteristiche. Lui aveva meno corsa, ma più tecnica. Oggi dico Nicolò Barella: si butta dentro, ha voglia di correre, è sempre presente. Per l’Inter lui è un giocatore importantissimo: quando lui gioca male, anche il resto della squadra ne risente. Oggi comunque dobbiamo avere la pazienza di aspettare: non all’infinito, ma almeno un anno. Un giocatore è bravo quando dura nel tempo". E sul calcio attuale: "Mi piace quello in campo. Oggi se ne parla troppo, con argomenti che non riguardano sempre i giocatori in campo. È cambiato totalmente come mondo, si tratta più di business e spettacolo che di lotta agonistica".

Sull'addio di Dybala: "È successo qualcosa che non sappiamo. Tutti pensavamo che potesse crescere di più, ma dopo il Covid c’è stato un calo di affezione nei confronti dell’ambiente. Credo che per la Roma possa andare bene e farà grandi cose con la fiducia del tecnico. Non so dire se alla Juve l’avrei tenuto o no: è stato un giocatore in grado di 'spostare', forse si poteva avere più pazienza".

Il lavoro della dirigenza: "Ha comprato chi voleva l’allenatore, quindi si è comportata abbastanza bene. Oggi i dirigenti non sono venditori di calcio, devono sempre fare attenzione al bilancio. La mancanza di Marotta è secondo me fondamentale. È una persona capace e non ho capito il problema che ha portato alla sua uscita. Un mio ritorno in bianconero? Ci sono già stato, nel Consiglio d’Amministrazione. Non mi sono trovato bene perché avrei preferito stare più vicino al campo e alla squadra. Oggi ho 68 anni e preferisco starmene a casa tranquillo".