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Serie A verso i playoff tra due stagioni?

Serie A verso i playoff tra due stagioni? - immagine 1

Il candidato alla presidenza della Lega Serie A ha parlato

redazionejuvenews

Carlo Bonomi, candidato alla presidenza della Lega Serie A al posto di Paolo Dal Pino, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere dello Sport: "Perché lo faccio? Sono un civil servant. Lo spirito di servizio è la mia bussola. Se la sesta industria del Paese lancia un grido d’allarme, posso tirarmi indietro? Sul mio nome ho chiesto ampia convergenza. Deve essere chiaro a tutti che è così. Altrimenti, ognuno resta a casa sua. Altre leghe? Loro sono cresciuti, noi siamo rimasti fermi. La Premier fa affari d’oro con i diritti tv esteri, noi prendiamo gli spiccioli su YouTube. Perché non gestiamo bene i rapporti internazionali.

È vero che non tutti sono contenti che giochi su più tavoli? Se qualcuno teme che mi distragga vuol dire che sto facendo bene il mio lavoro. Ma non avverrà. Quanto al rischio di conflitti di interesse, parlano il mio impegno e la mia etica, ben noti a tutti. Aggiungo che, delle venti squadre di serie A, dieci sono già iscritte. È un pezzo di mondo presente nel nostro sistema, che adesso chiede di farne parte in maniera più organica. È naturale che accada. Superlega? È l’esigenza di crescere. Se il calcio resta un mercato fermo, è ovvio che i più attivi cerchino mercati alternativi. È una legge economica elementare.

Nessuno, neanche i club che hanno aderito alla Superlega, volevano smontare il calcio. Le due dimensioni, nazionale e sovranazionale, devono essere conciliabili. Playoff? Gli sport americani sono tutti basati sui playoff. Chi sta davanti in campionato gioca in casa nella fase finale, ma rischia fino all’ultimo secondo. Queste riforme si possono e si devono fare insieme. Senza strappi e contrapposizioni, perseguendo un interesse comune. Anche perché, se la torta non cresce, non ci sono neanche le risorse per il sostegno ai club minori e ai vivai. Se si vuole fare, bene. Se no, lo ripeto: non sono disponibile e non antepongo certo un compito impossibile al mio primo dovere, che è e resta Confindustria".