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Sconcerti: “Scopo non è più vincere, ma andare in Champions per puro interesse economico”

Il noto giornalista del Corriere della Sera ed esperto di calcio, Mario Sconcerti

Il giornalista ha parlato

redazionejuvenews

TORINO - Mario Sconcerti, giornalista, ha parlato attraverso il suo editoriale per il Corriere della Sera circa il tema Champions: "Più forte il Real anche di una buona Atalanta. Tra le molte cose che hanno pesato, determinante è stata l’inferiorità di Toloi su Vinicius e la qualità complessiva di Benzema tra Djimsiti e Romero. Difficile vedere l’ Atalanta così in difficoltà nella marcatura a uomo. È stata una partita dove entrambi gli avversari si sono rispettati a lungo, giocando alla pari, spesso quasi a specchio. Un equilibrio interrotto dall’errore di Sportiello, l’unico forse non all’altezza di una Champions a marzo. Sono errori che decidono, vanno oltre qualunque artificio tattico. Prima di questo il Real era rimasto a lungo spaventato, l’Atalanta aveva giocato meglio, ma tutto in conclusione conta poco, quasi come il bellissimo gol finale di Muriel. Il Real ha vinto due partite su due, stavolta in modo netto. Non ha colpe particolari l’Atalanta arrivata alla sera finale senza la disponibilità completa di Zapata e soprattutto senza il suo giocatore più importante, Freuler, espulso all’andata. È Freuler che tiene in equilibrio tutta la diversità della squadra con la regolarità del suo gioco semplice, solido, insistito. Pessina è un grande talento, ma non è uno che possa già dare i tempi di gioco, lo diventerà se mai ne avrà voglia e convenienza. Per adesso è ancora un talento da trequarti campo.

 Mario Sconcerti

Il risultato di Madrid è chiaro come l’intera fase attuale della Champions per il calcio italiano. Da molti anni, direi da tutto il periodo in cui la Juve ha tolto concorrenza agli avversari, in Italia nessuno gioca più per vincere. Rassegnati alla Juve, abbiamo fatto diventare il quarto posto il vero obiettivo di tutti. Per molto tempo anche di Milano, da cui è sempre dipesa la vera cifra media del nostro calcio. In generale, giochiamo un campionato a parte, poderoso per quantità di clienti televisivi, ma indietro nella qualità perché da molti anni nessuno è in grado di migliorarla. I debiti presenti già prima del virus sconsigliano ormai gli investimenti, lo scopo non è più cercare di vincere ma andare in Champions per un puro interesse economico, legittimo e solitario. Il quarto posto oggi è l’obiettivo, non più una sconfitta. Oggi si dice con orgoglio, siamo arrivati quarti! Ma esserci riusciti con tanta insistenza ci ha fatto diventare esattamente quarti anche in Europa, dopo inglesi, tedeschi e spagnoli. Ci sono comunque rimasti anche con presidenti nuovi, tutti i nostri debiti".

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