news

Sconcerti: “CR7 se ne va senza aver fatto in tempo a deludere nessuno, ma se ne va da sconosciuto”

Sconcerti: “CR7 se ne va senza aver fatto in tempo a deludere nessuno, ma se ne va da sconosciuto”

Mario Sconcerti, noto giornalista, ha parlato dell’addio di Cristiano Ronaldo dalla Juventus nel suo editoriale per calciomercato.com: “Ronaldo se ne va senza aver fatto in tempo a deludere nessuno. Ha segnato e vinto, ha mancato la...

redazionejuvenews

Mario Sconcerti, noto giornalista, ha parlato dell'addio di Cristiano Ronaldo dalla Juventus nel suo editoriale per calciomercato.com: "Ronaldo se ne va senza aver fatto in tempo a deludere nessuno. Ha segnato e vinto, ha mancato la Champions, ma ha trovato anche una Juventus che niente avrebbe potuto portare all’altezza. Resta nel transito di Ronaldo qualcosa di inespresso, come una complessità irrisolta, una specie di solitudine reciproca, la sua senza gli altri e gli altri a gridare senza che lui abbia mai sentito. Siamo stati compagni di viaggio con un idolo senza scambiarsi nemmeno un parola, accendersi una sigarette, offrirgli un caffè. Nessun rapporto, peggio, nessun segno di umanità. Il bilancio è diviso, non si può definire deludente, ma vuoto e nebbioso sì.

E’ come se avessimo perso una grande occasione ma non si capisse quale. L’incontro della vita tralasciando di vivere. Non sappiamo niente di Ronaldo nemmeno adesso che se ne va. Lui avrà rimpianti? E’ stato soddisfatto di sé a Torino? Che idea ha avuto della Juventus e di noi? Avrà nostalgie? Era venuto da idolo, e se ne va ancora come uno sconosciuto". Poi sulla Superlega: "Si dice perché no alla Superlega se nei fatti esiste già? E’ vero che la differenza dei soldi è sempre esistita. Fino a pochi anni fa, alla famiglia Agnelli si affiancavano Moratti e Berlusconi. Allora i soldi non si cercavano, o si avevano o si restava fuori.

Certo che c’è da tanto tempo la Superlega: basta accorgersi che da quando ci sono i tre punti e le venti squadre hanno vinto il campionato soltanto Juve e Milan. Cosa volete cambi per il mondo se a vincere domani fossero Manchester o Londra? Cambierebbe per quei due-tre abituati a vincere, non per quelli che hanno sempre perso. E’ questo l’errore fatale della Superlega, quello che l’ha messa all’angolo: non è stata pensata per vincere, ma per avere più soldi, un grande socialismo del capitale, una ridistribuzione fra molto ricchi. Che importa se arrivi sesto o ventesimo se sei sempre più ricco? Se non competi, non retrocedi e ti scegli da solo i tuoi avversari? E’ questa ingordigia ad aver ucciso la nuova Superlega".