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Sconcerti: “La Serie A non è allenante, va rifondato tutto”

Mario Sconcerti

Il direttore è intervenuto ai microfoni di TMW Radio, nel corso di Maracanà, per parlare di alcuni dei temi d'attualità del calcio italiano.

redazionejuvenews

Il direttore Mario Sconcerti è intervenuto ai microfoni di TMW Radio, nel corso di Maracanà. Sulla ripartenza del calcio italiano: "Penso che la vera risposta sia un gioco a incastro. Non c'è solo una risposta da dare ma diverse. E forse non riguarda solo il mondo del calcio ma riguarda il modo di essere giovani oggi. Sono cambiati i modi di cominciare a giocare a calcio. Una volta si scendeva in strada e si giocava, oggi questa cosa non esiste più. Manca la facilità, la normalità del giocare a pallone. E questo ci ha tolto la differenza che avevamo rispetto agli altri. Noi siamo una scuola chiusa poi, i nostri giocatori se vanno all'estero ci arrabbiamo. Se avessimo un centinaio di giocatori che giocano tra Premier, Bundesliga e Liga, avremmo un capitale. Qui non abbiamo un campionato allenante e adesso Paesi come il Portogallo, che una volta erano sotto di noi, sono al nostro livello se non sopra".

Sconcerti poi ha parlato dei progetti virtuosi in Serie A: "Ce ne sono diversi, basti pensare all'Empoli, che è una città che da trent'anni è spesso in Serie A, molto più del Sassuolo e con mezzi infinitamente minori. Poi c'è l'Atalanta. Ma sono club che non vincono trofei".

Sulla filosofia di pensare solo a risultato: "Il risultato è ciò che fa la differenza, è quello che ti dice come hai giocato alla fine. Sono la cosa che ti raccontano tutto i risultati. Credo che si sia persa la personalità. Avevamo un calcio molto preciso, sospeso tra il Sudamerica e il Nord Europa. Ciascuno ha la propria caratteristica. Il nostro è un calcio costruito su di noi. Nel momento in cui abbiamo voluto iniziare a giocare in modo diverso, quelli che hanno inventato quel modo di giocare lo fanno meglio di noi. Da maestri, ora siamo diventati allievi e quindi va rifondato tutto".