JuveNews.eu
I migliori video scelti dal nostro canale

news

La Sampdoria attacca Ihattaren: “Illazioni fantasiose e prive di fondamento”

La Sampdoria attacca Ihattaren: “Illazioni fantasiose e prive di fondamento” - immagine 1

La squadra blucerchiata ha diramato un comunicato in cui ha risposto alle accuse rivolte dal giocatore olandese alla società in cui era in prestito

redazionejuvenews

Continua ad arricchirsi di colpi di scena la situazione legata al calciatore della Juventus Mohamed Ihattaren, in prestito alla Sampdoriada questa estate ma mai utilizzato dalla squadra blucerchiata, vista la sua partenza per l'Olanda, non autorizzata, dalla quale non è piu tornato. Il giocatore ha rilasciato un'intervista nel quale ha attaccato il club blucerchiato, che prontamente ha risposto alle sue illazioni con un cominciato apparso sul suo sito internet.

"In merito alle dichiarazioni rilasciate dal calciatore Mohamed Ihattaren al quotidiano Telegraaf, U.C. Sampdoria respinge ogni tipo di addebito, trattandosi di illazioni fantasiose prive di qualsivoglia fondamento. La società ha sempre adempiuto ad ogni suo obbligo avendo il calciatore stesso deciso di allontanarsi da Genova senza alcuna autorizzazione. Nessun dissidio con alcun componente dello staff tecnico e della prima squadra si è mai verificato. U.C. Sampdoria si riserva pertanto di tutelare, nelle sedi più opportune, la propria immagine così come di agire per i danni subiti a causa della mancata disponibilità del calciatore dipesa esclusivamente dalla volontà del medesimo".

Queste le parole del calciatore che hanno provocato la riposta della squadra di D'Aversa: “Quando sono arrivo non c’era nessun altro oltre al team manager. Ho fatto delle foto con la maglia e mi sono allenato il giorno dopo. Poi ho visto degli uomini in completo elegante e ho pensato che fossero i dirigenti. Li ho salutati educatamente ma potevano essere anche dei tassisti. Non capivo e pensavo che nemmeno loro avessero idea di chi fossi io. L’allenatore  non sapeva nemmeno che sono mancino. Ma ho pensato che avrei tirato fuori qualcosa di buono, avrei giocato a calcio e sarei rimasto in silenzio”.

“Me ne sono andato per le circostanze. A 19 anni me ne stavo lì in albergo, da solo, abbandonato al mio destino. Non lo sopportavo più. Ogni tipo di accordo che avevamo non è stato rispettato. Era come se non fossi esistito. Non mi pagavano, nulla era stato organizzato, nessun conto in banca o assicurazione. Era una situazione irritante. Avevo perso fiducia. Allora ho scelto di proteggere me stesso e me ne sono andato".