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Ranieri: “Vittoria Leicester frutto di tanti fattori, dissi di non mollare mai”

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L'ex allenatore, tra le altre anche della Juventus, ha parlato dei valori del campionato italiano e delle favorite per la vittoria finale

redazionejuvenews

L'ex allenatore, tra le altre della Juventus, Claudio Ranieri, ha parlato intervistato dai microfoni de Il Corriere dello Sport, ai quali ha parlato della Serie A e della sua impresa con il Leicester, portato alla vittoria della Premier League: "A quell'impresa contribuirono tanti fattori. A partire dal presidente che mi consegnò la squadra quando era ancora in ritiro, all’improvviso aveva mandato via l’allenatore. Il Leicester era salito la stagione precedente in Premier e in seguito si era salvato all’ultima giornata. Cambiai alcune cose, gradualmente ma radicalmente. I terzini, innanzitutto, poi intervenni su Simpson e Fuchs. Decisi di trovare posto al giovane Kanté, un motorino inesauribile. Prima lo provai all’ala sinistra, quindi lo misi centrale di centrocampo e insieme a Drinkwater formò una coppia sensazionale. Quei ragazzi stavano bene insieme, si aiutavano".

"Se Mahrez si accentrava, Okazaki andava a coprire il suo lato. Nelle prime settimane spiegai alla squadra che non bisognava mollare mai, recepirono in fretta il messaggio. Riuscirono a trasformare tanti 0-2 in pareggi o in vittorie. La storia delle pizze offerte quando non prendevamo gol è nota. Trovai una pizzeria che dopo le prime settimane decuplicò le entrate. Se non ricordo male quell’anno perdemmo solo tre volte, due con l’Arsenal e una col Liverpool".

"Mourinho è un grande amico. Fu molto carino quando il Leicester mi esonerò. Si presentò in conferenza stampa con la tuta che portava le iniziali CR. 'Ha scritto la storia più bella di sempre', disse. Oggi è più riflessivo, consapevole. E perfettamente aderente al progetto dei Friedkin. Mourinho è un galvanizzatore unico, inimitabile, l’Olimpico si riempie per lui, più che per la squadra. La Roma aveva bisogno di Mourinho e probabilmente Mourinho della Roma, di una tifoseria che si è data a lui senza riserve".