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Pietro Dell’Orzo: “Da Graca? Il nuovo Lewandowski

Il baby attaccante della Juve Da Graca

Parla lo scopritore del giocatore bianconero

redazionejuvenews

Il direttore della polisportiva Calcio Sicilia, Pietro Dell’Orzo, ha parlato del giocatore che ha avuto il pregio di seguire da vicino i suoi primi passi nel mondo del calcio. L'uomo, che ha "scoperto" Marco Da Graca prima di approdare alla Juventus, ha rilasciato le un'intervista ai microfoni di JuventusNews24.com, in cui ha detto: "È una vera macchina da guerra, il prototipo dell’attaccante moderno, forza fisica ed eleganza, vede la porta come pochi, lo accosterei a Lewandowski come tipo di attaccante".

Il giocatore ha rinnovato il suo contratto nella giornata di ieri, ed oggi ha parlato anche del suo conto anche l'agente Giorgio Parretti, che ha rilasciato delle dichiarazioni su Da Graca ai microfoni di TMW in cui ha parlato del futuro del giovane attaccante bianconero. "Sentire la fiducia della Juventus è stato importante. Tutti gli sono stati sempre vicini da quando è arrivato, ha avuto momenti tristi e ora è cresciuto. La sua serenità familiare e sportiva gli permettono di lavorare libero. Lui ama giocare a calcio e questo è il messaggio che deve essere trasmesso a tutti i ragazzi. Ha passato tutta la sua vita a giocare a calcio, l’ha sempre fatto con entusiasmo. E poi manifesta talento, che diventi calciatore o meno non sta a me dirlo perché il talento non equivale al successo. Da solo il talento non ha mai fatto giocare in Serie A, servono voglia e passione".

Poi ha concluso dicendo: "Con Marco abbiamo lavorato, anche nel periodo di lockdown, sull’addestramento atletico e tecnico e sulla programmazione della crescita. L’unica cosa non programmabile sono i gol, ma lui non fa solo quello. Lavora per la squadra e questo non gliel’ha insegnato nessuno, è tutta farina del suo sacco. Ora è finito il percorso di primo avvicinamento alla prima squadra, è stato molto utile ma poter giocare lo è stato ancora di più. Se vuoi fare il calciatore devi fare minuti. E quello che ha sbalordito tutti è che purtroppo spesso chi va in prima squadra quando ritorna in Primavera si sente sminuito. Con lui invece è il contrario, lui gioca a calcio”.