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Pessina: “Bonucci e Chellini non si danno mai per vinti. Sono due leader”

ROME, ITALY - JUNE 20: Matteo Pessina of Italy celebrates after scoring the opening goal during the UEFA Euro 2020 Championship Group A match between Italy and Wales at Olimpico Stadium on June 20, 2021 in Rome, Italy. (Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Le parole del calciatore

redazionejuvenews

Il centrocampista dell'Atalanta Matteo Pessina ha parlato intervistato dai microfoni de La Gazzetta dello Sport: "Con chi mi piace uscire dei miei compagni di Nazionale? Manuel Locatelli. Ci conosciamo da tanto, siamo cresciuti insieme e siamo diventati come fratelli. Quando ero rimasto fuori, lui era più dispiaciuto di me. Siamo tra i pochi a cui non piace giocare alla Playstation. E ci piace parlare d’altro, portare lo sguardo lontano dal campo, in paesaggi grandi. Bonucci e Chiellini? Sono leader ciascuno in modo diverso. Giorgio è più un padre di famiglia, Leo è più severo. Ma hanno un carisma eccezionale. Sanno aiutare chi sbaglia, incitare al momento giusto, mostrare combattività e lealtà, soffrire. E non si danno mai per vinti".

"Serie A? Per il campionato la mia unica speranza è che si torni a giocare con il pubblico. Quest’ anno tra tamponi e quarantene è stato drammatico. Vorrei risentire il calore della presenza dei tifosi. E anche per questo è giusto vaccinarsi. Per l’Atalanta, che è una società modello per organizzazione, centro giovanile e persino bilanci in regola nonostante la pandemia, posso solo dire, altrimenti il mister mi rimprovera, che ci proponiamo di fare meglio dell’anno scorso. E possiamo farlo..."

Poi Pessina torna a parlare della Nazionale: "Mancini e Vialli si completano. Mancini ci ha dato solo due compiti tattici: costruzione del gioco e fase di non possesso. Poi ci ha detto di divertirci, ci ha dato fiducia. Anche prima della finale ci ha raccomandato di fare quello che sapevamo fare. Ci ha alleggerito e responsabilizzato. Vialli ha agito sulla parte emotiva, prima delle partite ci faceva dei discorsi capaci di emozionare noi tanto quanto si emozionava lui nel farli. C’era una tensione quasi morale, ambizione e allegria si mescolavano. Il mio momento più bello è stato il gol con l’Austria, che ci ha fatto andare avanti. Dalle reazioni ho capito una volta di più ciò che la Nazionale è per il nostro Paese. Abbiamo vissuto dei giorni bellissimi, in cui ci sentivamo legati. Io sono stato il più dispiaciuto per l’infortunio di Sensi, che pure mi ha consentito di essere nella rosa. O per quello di Pellegrini e poi di Spinazzola. Il dolore di questi ragazzi ci ha unito ancora di più".