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Paratici: “Ci siamo sempre messi tutti in discussione. Allegri? Non guardiamo oltre le partite”

Il Chief Football Officer della Juventus Fabio Paratici

Il dirigente della Juventus ha parlato

redazionejuvenews

La Juventus affronterà tra pochi minuti il Napoli, nella partita valevole per il recupero della terza giornata d'andata del campionato italiano di Serie A. La partita, originariamente in programma lo scorso ottobre, era stata vinta a tavolino dalla Juventus per la non presentazione del Napoli, vittoria poi tolta dopo tre gradi di giudizio dal Collegio di Garanzia del CONI, che ha predisposto il recupero della stessa. Il 17 marzo sarebbe stato il giorno designato per la sfida, rimandata una seconda volta dietro richiesta congiunta del Napoli e dei bianconeri. Tra pochi minuti la sfida verrà finalmente giocata, e dirà molto sul proseguo della stagione per entrambe le squadre.

Bianconeri e azzurri sono infatti appaiati in classifica a 56 punti: vincendo la squadra di Andrea Pirlo, cosi come quella di Gattuso, si porterebbe a meno uno dal Milan secondo, superando l'Atalanta attualmente terza in classifica. Una sfida molto importante quindi, che dirà anche molto del futuro del tecnico bresciano. La Juventus è infatti chiamata a vincere per forza dopo la sconfitta prima della pausa contro il Benevento e il pareggio nel derby di settimana prossima.

A pochi minuti dal fischio d'inizio, il Chief Football Officer della Juventus Fabio Paratici ha parlato intervistato dai microfoni di Sky Sport.

“Avrebbe dovuto giocare Buffon con il Torino, Szczesny veniva da tante partita, poi la squalifica ce lo ha impedito. Pirlo ha parlato ieri con Szczesny e di comune accordo hanno deciso per un turno di riposo”.

“Mancano dieci partite e sono tutte importanti, questa vale come le altre, in un momento dove andando verso la fine le partite hanno più peso”.

“Da 11 anni ricevono tutti pressioni ogni giorno, sia quando vinciamo, figuriamoci quando non va come al solito. La stessa cosa vale per Andrea, prima aveva responsabilità da giocatore e le ha sempre gestire con grande carattere e personalità. Pensiamo ogni partita a vincere e di arrivare tra le prime quattro non arrivarci e una non ipotesi.”

“Il primo anno con Del Neri avevamo Bonucci, Barzagli e Chiellini e ci dicevano di comprare difensori, ma andavano in giro con la convinzione che fossero forti, e questo si è rivelato corretto, perché per dieci anni sono stati tra i migliori del mondo. I giocatori della rosa sono competitivi, Rabiot è titolare nella Francia, Arthur ha vinto la Copa America meno di sei mesi fa, e posso continuare con Bentancur e McKennie che è stato una delle rivelazioni del campionato. Sono stagioni strane e difficili, con tanti componenti. Questi non sono alibi, dobbiamo tutti metterci in discussione ma fare valutazioni corrette e lucide sui singoli calciatori.”

“L’Inter è partita con un’idea di gioco già radicata dallo scorso anno. Sappiamo che Antonio è un martello e fa dell’organizzazione del gioco la sua forza. Questo è stato il loro vantaggio, delle squadre di testa siamo gli unici ad aver cambiato tecnico, non abbiamo fatto precampionato e questo ha portato a qualche passaggio a vuoto. Abbiamo giocato tantissime partire, un girone in un mese e mezzo.. si può analizzare tutto ma in questa stagione è più difficile rispetto alle altre.”

“Noi ci mettiamo e ci siamo sempre messi in discussione anche quando vincevamo, e lo sanno quelli vicino a noi quanta autocritica ci facciamo. Non lo facciamo quest’anno perché stiamo andando male, lo abbiamo sempre fatto. Non è la posizione in classifica che ci fa fare riflessioni, le abbiamo fatte anche quando vincevamo. Dobbiamo lavorare per migliorarci come fatto ogni anno, ne parleremo a fine stagione e con il tecnico e troveremo i giusti ragionamenti.”

“Allegri? In questo momento pensiamo a lavorare e a fare il meglio, non c’è nessun ragionamento che va aldilà delle partite. Il resto lascia il tempo che trova.”