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Juve, è morto Silvio Longobucco. Il saluto del club all’ex terzino

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Ieri ci ha lasciato all'età di 70 anni. Con la Juventus aveva totalizzato 80 presenze e 1 gol, dal 1971 al 1975. Il cordoglio dei bianconeri.

redazionejuvenews

Ieri ci ha lasciati Silvio Longobucco. La Juventus lo ha voluto ricordare così sul proprio sito ufficiale.

"LA JUVENTUS RICORDA SILVIO LONGOBUCCO

All'età di 70 anni ci ha lasciato Silvio Longobucco. Nato a Scalea, il 5 giugno del 1951, ha giocato nella Juventus dal 1971 al 1975, per un totale di 80 presenze e 1 gol.

UN CURSORE DI FASCIA

Terzino sinistro. Nella sua prima gara da titolare Longobucco è il numero 3. In un calcio che sta cambiando e che chiede ai difensori di fascia di spingere in avanti, lui si trova a suo agio e gioca come cursore. Anche perché alle doti atletiche aggiunge e la determinazione del giovane che sente di avere una grande occasione per emergere. La sua prima gara da titolare in campionato davanti al pubblico torinese è Juventus-Vicenza nel 1972 e coincide con il primo dei 3 scudetti della sezione bianconera della sua carriera.

LA TERZA STAGIONE

La stagione dove gioca di più è la terza, quella del 1973-74. Longobucco è in campo per 31 volte e sono 24 le sue gare in campionato. Per il tecnicoVycpalek Silvio è un elemento affidabile, il suo percorso è già sufficiente per considerarlo spesso e volentieri un titolare in una squadra che nel reparto arretrato presenta il meglio del calcio italiano. 

UNA REALTA' BIANCONERA

Un ritratto di Longobucco emerge nitidamente dalle pagine di Hurrà Juventus. Lo firma Angelo Caroli nel 1974, definendolo nel titolo Una realtà bianconera. Descrive un ragazzo riservato, molto legato alla sua Calabria, con il desiderio di emergere nel club bianconero. E quando viene richiesto a Silvio di presentarsi risponde così: «Sono abbastanza testardo ed apatico e introverso, ma pure comprensivo ed affettuoso, dunque in grado di capire le situazioni e gli uomini». Quanto alle sue doti tecniche, i pregi migliori sono riassunti nell'essere «scattante e dotato dalla natura», grato al suo mister: «L'allenatore mi affidava i compiti ed io li mettevo in pratica; andavo avanti, crossavo come mi si diceva, e i miei compagni hanno segnato diversi gol per merito mio»".