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Mitchell, ds Monaco: “Tchouaméni è caro come il gran Casinò”

Mitchell, ds Monaco: “Tchouaméni è caro come il gran Casinò” - immagine 1

Il direttore sportivo della squadra francese ha parlato del futuro del gioiello che ha in squadra e di come potrebbero cambiare le cose in vista della sessione invernale

redazionejuvenews

La Juventus sta lavorando sul campo in vista delle ultime due giornate dell'anno e del girone di andata, che vedranno i bianconeri giocare contro il Bologna sabato pomeriggio e contro il Cagliari martedì. Due partite da vincere per la squadra di Allegri, che poi è attesa da un gennaio di fuoco, dove giocherà anche la finale di Supercoppa Italiana contro l'Inter. A gennaio poi aprirà anche il mercato, con i bianconeri alla ricerca di una punta e di un centrocampista. La Juventus vuole infatti velocizzare la transizione verso il nuovo, giovane, centrocampo, e vorrebbe provare a prendere il calciatore del Monaco Aurelien Tchouameni, già seguito da tempo.

Del futuro del giocatore ha parlato intervistato dai microfoni di Tuttosport Paul Mitchell, direttore sportivo del Monaco: "Lui è già un top player, compirà 22 anni a fine gennaio, e se vogliamo diventare anche noi uno dei più grandi club del mondo, come quelli che lo corteggiano, sarebbe bene tenercelo stretto. Perché siamo ambiziosi: io sono ambizioso, il patron-presidente Rybolovlev è ambizioso, il vice-presidente e direttore generale Oleg Petrov è ambizioso, l’allenatore Niko Kovac è ambizioso. Le vie del mercato, però, sono infinite e a luglio faremo il punto della situazione analizzando “in primis” in che modo avremo terminato la stagione. Va ricordato che il ragazzo è blindato da un contratto che lo lega al Monaco sino al 30 giugno 2024 e che la sua valutazione è decisamente degna di un “crack”. A Monte-Carlo tutto costa tanto. Diciamo che Tchouaméni è caro come il gran CasinòÈ un giocatore completo, rapido, forte fisicamente e tecnicamente, veloce: mi ricorda un po’ Steven Gerrard, ex motore del Liverpool e dell’Inghilterra". 

"Valorizzare i giovani  è il Dna del Monaco ed è un progetto strategico in cui crediamo. Poi non è vero che non si possa vincere in questo modo. Negli anni Novanta lo scozzese Alan Hansen sosteneva la stessa tesi in Inghilterra, ma poi Ferguson vinse tutto con i giovani cresciuti nel vivaio del Manchester United: Beckham, Giggs, i fratelli Neville, Butt... Non c’è nulla di impossibile nel calcio".