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Merloni: “Nella strage dell’Heysel Boniperti non voleva giocare”

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Francesco Merloni, ex presidente dell'Ariston, ha svelato alcuni retroscena sulla strage dell'Heysel, parlando anche di Boniperti.

redazionejuvenews

Francesco Merloni, ex patron dell'Ariston, ha rilasciato delle dichiarazioni a Il Corriere della Sera. Ecco le sue parole sulla strage dell'Heysel, dove Merloni era presente come rappresentante dello sponsor del tempo dei bianconeri: "Una congiuntura favorevole. Vittorio, mio fratello, era presidente di Confindustria: ce l’aveva messo Gianni Agnelli, che voleva liberarsi dei corteggiatori locali. Io, invece, ero amico di Umberto: facevamo le riunioni con Montezemolo nel mio ufficio. Andavo a vedere le partite. Heysel? Ero lì, arrivai allo stadio con il pullman della squadra assieme a Boniperti.

Dalla tribuna ho visto tutto. Mi precipitai negli spogliatori: c’era anche De Michelis. Boniperti non voleva giocare, fui io a fargli da interprete in francese con la polizia belga. Ci dissero: “È stato mobilitato l’esercito, ma arriva tra due ore; se non giochiamo ci saranno migliaia di morti”. Fu terribile, non andai più allo stadio.

Berlusconi? Non era vero, chiamai Berlusconi e ci scontrammo duramente.Con lui il rapporto è stato sempre particolare. Una volta comprammo un aereo insieme dall’imprenditore Borghi. Silvio mi disse: “Franco, questo aereo andrebbe valorizzato, verniciamolo. Ci penso io”. Qualche giorno dopo andai in aeroporto: l’aveva tappezzato con il simbolo del Biscione. Se lo tenne. Berlusconi comunque è simpatico: inizialmente era pure democristiano. Con Silvio ci incontravamo in Costa Smeralda sulle nostre barche: poi tutti da lui a Villa Certosa. C’erano sempre un po’ di soubrette di Colpo grosso".