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Mandzukic, parla l’ex compagno: “Attaccante top spesso sottovalutato. In allenamento..”

Mario Mandzukic

L'ex compagno del calciatore croato Jan Kirchhoff ha parlato intervistato ripercorrendo gli allenamenti passati con l'ex giocatore della Juventus descrivendone i segreti

redazionejuvenews

Il calciatore croato ex Juventus Mario Mandzukic, ha lasciato la Vecchia Signora dopo 5 anni di militanza, dal 2015 al 2020, per ritirarsi dopo l'esperienza in Arabia e con il Milan. Del calciatore, ricordato con grande affetto dal popolo juventino, che gli aveva anche dedicato una coreografia, ha parlato l'ex compagno ai tempi del Bayern Monaco Jan Kirchhoff, intervistato dai microfoni di Goal.

"Allenarsi contro Mario significava dolore. Cercava sempre il contatto fisico, provava a bloccare ogni palla lunga. Spesso saltava sulla schiena dei difensori sui palloni alti. Anche in allenamento, non accettava di perdere. Quando durante il torello rimaneva troppo in mezzo, iniziava ad entrare in tackle su tutti. Ti puniva fisicamente, ma non ci sono mai state malizie. Ricordo che alcune volte ho dovuto fare un passo indietro. Una volta giocavamo cinque contro cinque, ho preso palla fronte alla porta e stavo per calciare, quando Mario è partito come un pazzo dalla fascia per fermarmi. Probabilmente ho calciato via la palla in un mix di paura e saggezza. Da giovane giocatore, avevo grande rispetto per la sua aggressività e la sua qualità. Ricordo anche che una volta Guardiola gli ha detto: ‘forse puoi cambiare marcia e giocare meno aggressivo'".

"Comunque Mario è stato un attaccante top assoluto, che tende ad essere sottovalutato dalla percezione del pubblico. Nel gioco aereo è uno dei migliori al mondo, trova sempre la posizione per saltare alle spalle del difensore, spesso sul secondo palo. Corre molto, lavora, ha una mentalità pazzesca, sa pressare benissimo e ha anche qualità palla al piede. Al Bayern era agile, veloce, al top della forma. Raramente trovi qualità come le sue. È stato sfortunato che il suo modo di giocare non coincidesse con l’idea di calcio di Guardiola. Pep voleva che il centravanti tornasse a centrocampo e giocasse molto e in questo Lewandowski era semplicemente meglio di lui. Con Robert non ci sono mai vantaggi. È semplicemente completo e imprevedibile".