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Juve, Mauro: “Il tridente pesante così non va: troppo complicato”

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Intervistato da La Gazzetta Dello Sport, l'ex bianconero Massimo Mauro ha parlato dei problemi in fase offensiva della Juve:

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Intervistato da La Gazzetta Dello Sport, l'ex bianconero Massimo Mauro ha parlato dei problemi in fase offensiva della Juve: «Io credo che il problema grosso sia la tenuta mentale e fisica di Dybala e Morata in quel ruolo. E quindi la sostenibilità del tridente. Dopo l’entusiasmo iniziale temo che anche Alvaro rischi di stufarsi di correre come un pazzo all’indietro. Non è Mandzukic, e nemmeno Ravanelli. Tridente bocciato quindi? Se riesci a imporre il tuo gioco funziona, ma se viene meno la prestazione e la tenuta atletica di Morata e Dybala vai in difficoltà, fatichi a tenere palla e devi correre tu dietro all’avversario. Diventa complicatissima. E poi non hai sostituti. Allegri dovrebbe essere bravo a giocare a volte con i tre, quando li vede in forma, e altre più basso, con più centrocampisti e il solo Vlahovic, in contropiede».

Su Dybala e Vlahovic ha aggiunto: «È una questione di mentalità, non solo atletica. Dybala non può essere un giocatore da grandi partite in un tridente per un periodo prolungato di tempo: non ce l’ha in testa, più che nelle gambe. Può fare qualche partita bellissima, ma non dieci di fila in quel modo. È entusiasmante quando gioca bene con altri due attaccanti, perché alza il livello tecnico, ma una grande squadra ha bisogno di continuità, non puoi passare da eccellenza a insufficienza. Vlahovic? Il problema con lui è che se lo tieni a fare la guerra al limite dell’area è bravissimo a girarsi e tirare, o a scaricare e poi andare a prendere il cross. Se deve fare le stesse cose quasi a metà campo, qualsiasi centravanti fa fatica».

Manca Chiesa? «Ne mancavano tanti. Senza i titolari devi cambiare modulo e mentalità. Kean mi sembra non avere la padronanza tecnica del giocatore di questo livello, Kaio Jorge non lo abbiamo mai visto e difficilmente lo vedremo nelle fasi cruciali, io penso piuttosto a Soulé. Un rischio con un ragazzo così lo prenderei, perché tecnicamente ha i mezzi: per come stoppa la palla, per come dribbla, per come la passa è un giocatore fatto».