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Gama: “L’Ingresso della Juve nel calcio femminile è stata una svolta”

Sara Gama, difensore e capitana della Juventus Women

Le dichiarazioni della numero 3 bianconera

redazionejuvenews

Sara Gama, difensore e capitana della Juventus Women, ha concesso un'intervista ai microfoni de l'Ultimo Uomo:

"In Italia il cambiamento è arrivato più tardi ma è stato radicale. Il momento più importante è stato quando nel 2015 la FIGC ha promulgato due norme che imponevano ai club professionistici maschili di tesserare almeno 20 calciatrici Under 12 e la possibilità dell’acquisizione del titolo sportivo. Queste due norme hanno permesso l’ingresso dei club professionistici nel calcio femminile. La vera svolta a livello mediatico è stata l’ingresso della Juventus nel 2017 e a cascata delle altre principali squadre professioniste. Dopo quel momento sono arrivate le televisioni, con Sky che ha iniziato a trasmettere le partite del femminile, concedendo una visibilità che prima non esisteva.

Mondiale 2019? La Nazionale ha svolto un ruolo molto importante. Noi ci siamo qualificate in un anno in cui i ragazzi non ci sono riusciti e questa cosa ha creato un’opportunità in più. Al Mondiale in Francia siamo arrivate grazie al cambiamento delle regole del 2015. Poi il Mondiale è stata un’ulteriore svolta: da una parte è arrivato il grande pubblico e la riconoscibilità, dall’altra noi abbiamo avuto la forza di creare uno spirito di categoria, di unirci. Uno spirito che siamo state in grado di portare in campo e che è stato fondamentale per il risultato. Perché di fatto i nostri risultati non corrispondono al livello di sviluppo che ha il calcio femminile in Italia. Noi abbiamo fatto qualcosa di più, qualcosa di straordinario e questo ci ha permesso anche di puntare i piedi per chiedere ulteriori cambiamenti che stanno arrivando.

Professionismo? Il secondo passo riguarda la gestione delle migliori calciatrici espresse dal movimento. Bisogna mettergli a disposizione le tutele necessarie. Mi riferisco al passaggio al professionismo, che è non solo doveroso per tutelare delle lavoratrici di fatto, ma è anche un’opportunità di crescita per il nostro sistema. Il professionismo porta con sé un sacco di altri vantaggi per i club e per la Federazione per migliorare il movimento.

l mio ruolo negli anni giovanili e dei primi anni in serie A, la mia posizione ideale perché avevo più campo per correre e spingere. Lo spostamento a centrale è arrivato per caso: nel 2008, durante l’Europeo con la Nazionale under19 che poi abbiamo vinto, abbiamo avuto molti infortuni tra i centrali. Io ero il capitano e una delle giocatrici più esperte e così hanno deciso di spostarmi al centro, un po’ perché non avevamo più giocatrici che potessero farlo, un po’ anche perché io comunico molto in campo, che è un aspetto molto importante soprattutto quando giochi dietro. Nel 2015 sono rientrata dal Paris Saint Germain a Brescia e la squadra giocava con una difesa a tre. Da lì sono rimasta centrale, così come lo sono oggi alla Juventus".

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