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Juventus-Inter 2-4: i bianconeri crollano alla distanza e chiudono a 0 trofei

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La finale di Coppa Italia finisce male per i bianconeri. Prima lo svantaggio, poi la rimonta e poi la sconfitta con 2 gol ai supplementari.

redazionejuvenews

L'Olimpico delle grandi occasioni è gremito per la finale di Coppa Italia. La Juventus inizia la gara con una pressione alta per mettere in difficoltà l'Inter. Ma dopo appena 6 minuti è lampo di Barella a sbloccarla. La difesa juventina lascia troppo spazio al centrocampista sardo, che rientra al limite dell'area e sfodera un tiro a giro sul quale Perin non può fare nulla. La squadra bianconera paga un atteggiamento passivo nell'occasione. Qui la partita chiaramente cambia. L'Inter prende in mano la gara ma la Juve prova a reagire alla metà del primo con un gran tiro in diagonale di Vlahovic su cui Handanovic si supera. I bianconeri così cominciano a spingere di più alla ricerca del pareggio, pur concedendo spazi agli avversari. Prima Bernardeschi e poi de Ligt spaventano Handanovic che però non si fa superare, poi Dybala non centra di pochissimo la porta quasi a colpo sicuro. Tutta un'altra Juve nella seconda parte del primo tempo. Al minuto 40 poi la Juve perde uno dei suoi leader: Danilo è costretto a uscire. Al suo posto entra Morata, con un assetto più sbilanciato. Il primo tempo si chiude così 0-1.

Nella ripresa la Juve entra con la voglia di pareggiare e dopo 5 minuti ci riesce: Alex Sandro si avventa su un rimpallo e calcia dal limite, sulla traiettoria c'è Morata che devia ingannando Handanovic. Gol dello spagnolo: 1-1. Neanche il tempo di esultare e i bianconeri completano la rimonta. Ripartenza spettacolare della Juve, iniziata da Morata e con Dybala a rifinire per Vlahovic, che dribbla il suo marcatore e va a tu per tu con Handanovic. Il serbo prima lo colpisce e poi segna il 2-1 con grande voglia. La partita a questo punto diventa incandescente. Perin fa il suo primo grande intervento su un bel tiro di Darmian ed evita il nuovo pari. A metà ripresa Allegri decide di mettere piedi buoni e cambiare modulo: entrano Bonucci e Locatelli per Bernardeschi e Zakaria, passando al 3-4-3. Dopo aver speso molto, i bianconeri sembrano stanchi e non più padroni del match ed è l'Inter a riprendere la spinta, alzando il proprio baricentro. E la pressione nerazzurra paga: Lautaro viene atterrato in area da Bonucci e de Ligt e si prende il rigore. Dal dischetto Calhanoglu batte perfettamente e sigla il 2-2. Nel finale dei regolamentari Chiellini non ce la fa ed entra Arthur, con Allegri che torna a 4. Negli ultimi minuti succede poco e così si va ai supplementari. Durante l'intervallo entra Pellegrini per Alex Sandro. Dopo 5 minuti De Vrij viene atterrato in area da de Ligt: Doveri non fischia, ma dopo la revisione Var viene dato il penalty. Dal dischetto va Perisic che spiazza Perin e fa 3-2. Allegri toglie Dybala per inserire Kean e cercare forze fresche. L'Inter acquisisce ancora nuove convinzioni e dopo una ripartenza trova il 4-2: Perisic con un siluro trova l'incrocio e raddoppia il vantaggio dei suoi. Dopo il gol ancora tensione tra le panchine e Allegri perde la calma facendosi espellere. Nel secondo supplementare succede poco e l'Inter si porta a casa la Coppa Italia.

Colpita a freddo, la Juve ci ha messo un po' a reagire. Poi l'ingresso di Morata ha trasformato i bianconeri. Lo spagnolo ha fatto egregiamente le due fasi, ripiegando in difesa e dando strappi decisivi in avanti. Trovato fortuitamente il gol del pareggio, ha innescato la splendida ripartenza del 2-1. L'episodio del primo rigore poi ha cambiato nuovamente la partita. Ai supplementari poi il secondo rigore è stata una doccia fredda e il jolly di Perisic ha dato la spallata decisiva. L'impressione è che dopo il 2-1 i cambi abbiano tolto equilibrio al centrocampo bianconero. La Juve si è ritrovata più schiacciata in area e lì sono arrivati i due rigori (sulla coscienza di un de Ligt troppo superficiale) che hanno ribaltato il risultato. E senza Dybala questa squadra sembra faticare molto a creare pericoli. La Juve chiude a zero titoli dopo 11 anni. Smaltita l'amarezza si dovrà ripartire da qui per ricostruire.