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Il figlio di Boniperti: “Offerta Inter? Irrinunciabile, ma rifiutò. Era bianconero dentro”

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Il figlio di Boniperti ha parlato

redazionejuvenews

Alessandro Boniperti, figlio di Giampiero, ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport del padre in occasione di Inter-Juve. Le sue parole: "Vedere le partite con papà? Un supplizio, lui la viveva malissimo e allo stadio non reggeva oltre un tempo. Nell'intervallo andavamo negli spogliatoi a salutare i giocatori e poi scappavamo a casa, in attesa di conoscere il risultato. Soffriva soprattutto il derby col Toro e le sfide con l'Inter. Per fortuna in quegli anni la Juvevinceva spesso a San Siro, ma ricordo una sconfitta contro i nerazzurri di Trapattoni che poi conquistarono lo scudetto: era un'Inter imbattibile.

Prisco? Mio padre amava l'avvocato Peppino perché era tagliente e divertente. A papà piaceva il suo modo di essere fazioso. Si stimavano perché si somigliavano, condividevano gli stessi valori. Due personaggi fantastici con uno stile unico. Li accomunava anche il fatto di essere stati entrambi Alpini. Con Prisco s'incontravano sempre negli spogliatoi prima del match: stretta di mano, poi battute a raffica. Ascoltarli era uno spettacolo, ma era un altro calcio.

Come si troverebbe papà nel calcio di oggi? Non so se si troverebbe a suo agio. Una volta c'erano gli sfottò e poi tutto finiva lì. Ora vedo odio esasperato. L'Inter era una rivale sul campo, ma mio papà ha sempre avuto ottimi rapporti con tutti i suoi presidenti. Quando decise di ritirarsi, Angelo Moratti gli fece un'offerta irrinunciabile per portarlo in nerazzurro ma lui rifiutò: era bianconero dentro. Era legato a Massimo da una grande amicizia e finché c'è stato lui, quando non vinceva la Juve non gli dispiaceva se vinceva l'Inter. Mio padre nel calcio cercava la purezza, l'entusiasmo e lo spirito. Per amore di questo mondo antico mi sono appassionato al calcio femminile. Ad agosto abbiamo organizzato un torneo negli Stati Uniti che è stato un successo: lo rifaremo".