L’ex magistrato: “Processo sommario, tutto ciò è paradossale”

Piero Calabrò è stato interpellato da Tuttosport per dare il suo parere sulla sentenza che ha inflitto 15 punti di penalizzazione alla Juve
Fabio Paratici, Pavel Nedved e Andrea Agnelli

La sentenza che ha inflitto 15 punti di penalizzazione alla Juventus continua a far discutere. Sono diversi i pareri, anche tecnici, che mettono in dubbio la decisione della Corte d’Appello della FIGC. Oggi su Tuttosport l’ex magistrato Piero Calabrò ha dato il suo parere. Ecco le sue parole: “Prima di dare una risposta al quesito, è opportuno rammentare alcuni aspetti grotteschi di questa vicenda giudiziaria.

Prima di tutto, siamo passati da un processo già chiuso e che solo la Procura Federale avrebbe potuto chiedere di riaprire (quindi, con una Corte Federale impossibilitata ad agire motu proprio), ad un appuntamento giudiziario dedicato in primis a verificare tale possibilità, trasformato in un vero e proprio processo (anche) di merito, celebrato sostanzialmente in grado unico e senza la reale possibilità per le parti accusate di porre in essere una seria attività difensiva. Se, pertanto, definire sommario questo modo di procedere è quantomeno un vero eufemismo, non meno sconcertanti sembrano essere tutte le riflessioni che, in attesa del deposito della motivazione, al momento si impongono.

Tutto ciò è ancor più paradossale alla luce di due indiscutibili circostanze: a) la giustizia ordinaria non ha ancora accertato se e come il club Juventus e i suoi dirigenti abbiano perpetrato violazioni delle leggi e delle regole attinenti i bilanci; b) nel processo penale, tantomeno nella fase delle indagini del PM, le intercettazioni non hanno il valore di prove ex sé processualmente rilevanti, dovendo essere integrate da altri accertamenti e riscontri”.