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Evra: “Prima di giocare vendevo droga e chiedevo l’elemosina”

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L'ex calciatore della Juventus ha parlato del suo passato e di quello che era solito dare in giovinezza prima che il mondo del calcio gli regalasse un futuro diverso

redazionejuvenews

La Juventus è attesa dalle ultime quattro giornate di campionato, con la partita contro il Venezia in programma domenica a pranzo che potrebbe sancire la qualificazione matematica alla prossima ChampionsLeague. I bianconeri si sono portati inoltre a meno un punto dal Napoli, che occupa la terza posizione della classifica e che potrebbe essere superato dalla squadra di Massimiliano Allegri. Dopo il Venezia la Juventus è attesa da Genoa, Lazio e Fiorentina, con la finale di Coppa Italia contro l'Inter che andrà ad inserirsi tra i match congro il grifone e quello contro la squadra dell'ex Maurizio Sarri, che tornerà all'Allianz Stadium.

Intanto l'ex giocatore della Juventus Patrice Evra, oggi commentatore sportivo, si è raccontato alla BBC, dove è stato protagonista di un episodio di BBCFreeze The Fear, programma che intervista le celebrità sportive e che ne mette a nudo paure e timori avute nel passato o anche adesso.

Il giocatore ha parlato così del suo periodo prima di calcare il rettangolo verde: "C’erano tre cose che ero solito fare prima di diventare calciatore: vendere droga, chiedere l’elemosina fuori dai negozi e vendere televisori. Una di queste tre è una bugia e non ho mai venduto televisori. Sì, avevo 13 anni e non sto dicendo bugie. A volte di notte ci arrampicavamo nei bidoni della spazzatura quando venivano gettati hamburger freddi fuori dal Mc Donald. Quando mio padre lasciò la famiglia, tutto cominciò a somigliare al caos. Il calcio mi ha salvato. Sono venuto in Italia quando avevo 17 anni. Ricordo che quando siamo arrivati, ci hanno servito del cibo. Poi sono andato nella mia stanza e ho chiamato mia madre, seduta con la tuta addosso: ‘Mamma, qui è come il paradiso. Le persone ci servono da mangiare: due forchette da un lato, due coltelli dall’altro’. Questo è il mio ricordo più bello della mia vita".