De Paolini: “Vendita Juventus? Non prima di fine anno”

Osvaldo De Paolini ha analizzato i rumors di una possibile cessione della Juve: per il giornalista questa eventualità non sarebbe imminente
John Elkann e Gianluca Ferrero

Intervenuto su Tv Play, Osvaldo De Paolini ha disaminato la possibilità che la famiglia Agnelli ceda la società della Juventus. La firma de Il Giornale ha esordito così: “La casa madre della Juventus, l’olandese Exor, negli ultimi tempi ha subito una metamorfosi importante, trasformandosi da holding familiare a una società che gestisce i beni di famiglia selezionando le attività più redditizie. L’obiettivo è investire dove rende”.

Cessione Juve, priorità risanamento dei conti

Per De Paolini, l’attuale società della Juventus non intenderebbe vendere prima di aver sistemato i bilanci interni. Operazioni che richiederanno ancora diversi mesi per essere ottemperate: “I conti della Juventus sappiamo che sono problematici, la società ha perso in due anni circa 200 milioni, dal 2022 al 2024 parleremo di più di 300 milioni. Se calcoliamo che a febbraio dovrà anche rifinanziare un bond si renderà necessario un nuovo aumento. Exor è intenzionata a fare il passo, John Elkann ha già chiarito che non ha parlato ancora con nessuno di questo eventuale distacco, che ci è stato riferito da altri membri della famiglia. Sembra una strada però difficile da evitare, dal punto di vista del mercato borsistico sono arrivati molti apprezzamenti per la prospettiva di una cessione. Questa è un’operazione che ha una durata importante: rimettere in sesto la società e rimettere a posto l’immagine dopo l’accaduto richiederà qualche mese. Se Exor deciderà di procedere con l’operazione se ne parlerà non prima di fine anno”.

L’alternativa della Juve: l’ingresso di soci

La cessione non sarebbe l’unica ipotesi sul tavolo della famiglia Agnelli. Per il giornalista, anche l’ingresso di soci e sarebbe una possibilità plausibile. Ecco le sue parole: “L’ingresso di soci è una possibilità: far entrare in partecipazione un fondo di investimento e un partner, anche al 30% è un’opzione. Al 30% visto che attualmente Exor controlla il 34%, avendo voti multipli gli basta per decidere. Sono convinto però sarebbe un passaggio dopo alcuni anni questa partecipazione uscirà dal portafogli Exor”.