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Ciofani: “Fermerò la Juventus con umiltà. I bianconeri sanno sacrificarsi”

Ciofani: “Fermerò la Juventus con umiltà. I bianconeri sanno sacrificarsi” - immagine 1
Daniele Ciofani, calciatore della Cremonese, ha detto la sua sulla stagione dei grigiorossi, parlando anche della Juventus.
redazionejuvenews

Daniel Ciofani, calciatore della Cremonese, ha detto la sua alla Gazzetta dello Sport, parlando anche della Juventus, prossima sfidante nella trentacinquesima giornata di campionato. Ecco le sue parole: "In estate non partivo in alto nelle gerarchie, sicuramente non tra i titolari. Ma io ho sempre avuto fiducia nelle mie qualità, sapevo che con la mia esperienza sarei stato utile. Ho fatto 7 gol con un minutaggio abbastanza ridotto. Per ora va bene, ma non è finita qui. La lotta salvezza? Si, i tre punti contro lo Spezia ci hanno dato una grande gioia e la consapevolezza di potercela giocare fino alla fine. E non è poco visto dove ci trovavamo in classifica non molto tempo fa. Come si ferma la Juve? Con umiltà. I bianconeri sono una squadra piena zeppa di campioni, ma che sanno anche sacrificarsi. 

Il livello del campionato italiano? Meglio di quanto sembri. E i risultati nelle coppe lo dimostrano. Noi italiani siamo bravi nell’organizzazione di gioco, nella scaltrezza tattica, siamo dei maestri a difendere. Secondo me non ci dobbiamo snaturare, i risultati li abbiamo sempre ottenuti. Scimmiottare gli altri non serve, anche perché sei sempre li a inseguire altri modelli e quando sei in ritardo paghi dazio.

Non ho ancora pensato a cosa fare quando smetterò di giocare, ma vorrei rimanere nel mondo del calcio. Mi piacerebbe fare l’allenatore, ma non sono ancora sicuro al 100%. Per adesso mi godo la Cremonese, sono qui da quattro anni e sto benissimo. Al fantacalcio ho Arnautovic e Lukaku, io mi sono preso solo a gennaio e mi metto in formazione solo se ho sentore di poter segnare. Tifo Milan grazie alla mia famiglia. Mio nonno viveva in Venezuela e negli anni 60 il Milan, quello di Trapattoni e Altafini, era lì in tournée. Andò a trovarli in ritiro fece foto, autografi, forse riuscì a farsi dare anche una maglia. Si innamorò di quei colori, trasmise la passione a mio padre e di conseguenza a me: quando ero bambino passavo le giornate a guardare i gol di Van Basten, il mio idolo".