Buffon: “Sono diventato juventino da piccolo. Ho vinto 12 scudetti”

L'ex portiere della Juventus si è raccontato parlando della sua carriera e degli anni che ha ancora di fronte come portiere del Parma, squadra in cui è tornato

L’ex porrete della Juventus, ora al Parma, Gianluigi Buffon, ha parlato direttamente dal ritiro della squadra emiliana ripercorrendo le tappe della sua carriera.

“Non posso fare un nome su chi sia il più forte con cui ho giocato, perché magari sono condizionato dal rapporto che c’è. Posso dire i 5 italiani più forti, attaccanti perché altrimenti ne cito 108. Baggio, Totti, Del Piero, Pirlo e Antonio Cassano che, seppur discontinuo, valeva come questi. Stranieri dico Thuram, Neymar, Mbappe, CR7, Ibra, e dico solo attaccanti perché sono quelli che alla fine rapiscono l’occhio e fanno sognare”.

Io ho vinto 12 campionati italiani, ma me ne hanno assegnati 10. Ho vinto una Ligue 1 e col Parma qualche coppa Italia, poi altre supercoppe. L’unico titolo europeo l’ho vinto con il Parma, con la Juve abbiamo perso tante finali”.

Per fare il portiere devi essere eccentrico,  avere una maglia diversa, guanti, cappellino. Piccoli oggetti che da ragazzo ti accendono la fantasia. Mi sono sempre piaciute le storie degli eroi greci ed è bello sognare che qualcuno si imbatta in sfide impossibili e la soddisfazione di vincerne una su 5 è immensa. Vale la pena perdere le altre se ne vinci una”.

In una carriera come la mia non c’è un momento più alto degli altri, ce ne sono tanti come quelli bassi. Il punto di soddisfazione più grande è stato il mondiale, avevo 28 anni. Erano 11 che giocavo, pensavo di aver fatto metà carriera e invece non lo era. Pensavo di essere alla fine e non ero nemmeno a metà”.

“Da piccolo ero suggestionato da varie cose: giocatori, colori, scudetti. Da piccolo andavo a Udine dai miei zii juventini, lì sono diventato juventino. Alla Juve c’era Trapattoni, che andò all’Inter. Non tifavo lui ma tifavo Trapattoni, per due anni. Andato via lui, ho iniziato a seguire tutte le piccole. Mi sono sempre piaciuti i ‘Davide e Golia’. C’era l’Avellino, il Genoa.. poi a 10 anni ho seguito il Genoa fino a 15-16 anni”.