Bonucci: “Bugie da parte della Juventus e di Allegri”

L’ex difensore della Juventus ha parlato del suo addio alla società bianconera e di quanto accaduto con la sua ex squadra
Leonardo Bonucci

L’ex difensore della Juventus Leonardo Bonucci ha rotto il silenzio sul suo addio alla squadra bianconera, concedendo un’intervista esclusiva ai microfoni di Sportmediaset.

Ho letto e sentito cose non vere dette dalla Juventus e dall’allenatore. È falso che a ottobre e a febbraio mi era stata comunicata la volontà di interrompere il rapporto alla fine della stagione. Allegri mi aveva convocato a fine marzo nel suo ufficio, dicendomi che avrei dovuto smettere, secondo lui, a giugno nel 2023, per fare l’allenatore. Io gli dissi che rispettavo la sua decisione ma gli risposi che voglio arrivare all’Europeo del 2024.. Dopo di che, dopo la partita con il Milan in casa a fine maggio, mi venne detto che la stagione successiva sarebbero stati titolari Gatti, Bremer e Danilo, con la promozione di un giovane, ed io avevo dato la mia disponibilità per essere la quinta, sesta scelta in difesa, a fare la chioccia”.

“Ho annusato qualcosa solo leggendolo sui giornali fino a quando il 13 luglio Giuntoli e Manna mi hanno comunicato, venendo a casa mia e umiliandomi, che non avrei più fatto parte della rosa della Juventus e che la mia presenza in campo avrebbe ostacolato la crescita della squadra. Questa è stata l’umiliazione che ho subito dopo 500 e passa partite in bianconero”.

“Mi sono sentito svuotato e umiliato, non è una questione di soldi perchè se dovessi vincere questa causa devolverò tutto in beneficenza. Anche il primo addio è stato forzato dalla presa di posizione di un singolo, che mi ha portato a prendere una strada diversa che il mio cuore avrebbe voluto. Non ho mai avuto un rapporto come volevo con Allegri, è stato lui ad allontanarmi in entrambi i casi”.

“Ho apprezzato la solidarietà di tanti giocatori, anche attuali, della Juve e di altre società. Tutti mi hanno manifestato la loro vicinanza per il comportamento irrispettoso della società. Spalletti mi ha chiamato per dirmi che non sarei andato in Nazionale, ma questo mi ha fatto capire lo spessore del CT. Magari comunque un giorno ci sarà modo di riabbracciare i tifosi e di salutarli, facendogli capire quanto per me la Juventus è stata importante, anche se quella di oggi non la sento mia”.