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Berlusconi: “Oggi il grande calcio è un affare che riguarda la finanza internazionale…”

Adriano Galliani e Silvio Berlusconi

L'ex presidente del Milan ha parlato

redazionejuvenews

Silvio Berlusconi, ex presidente del Milan ed oggi patron del Monza, ha parlato di vari argomenti dalla politica alle proprietà nel calcio degli ultimi anni ai microfoni di Milano Finanza. Di seguito riportiamo le parole del noto politico e imprenditore: "Come si è evoluto il calcio negli ultimi 35 anni? Allora era possibile per una famiglia farsi carico di una squadra di calcio, che si identificava anche con una città. Oggi il grande calcio è un affare che riguarda la finanza internazionale, i grandi protagonisti sono petrolieri arabi, magnati russi, fondi d’investimento americani. Tutto legittimo, ma lontano dal territorio, dall’appartenenza, dalla passione sportiva. D’altra parte è un processo inevitabile, viste le cifre in gioco.

Come va con Mediaset? Si va sempre più internazionalizzando, nella prospettiva della creazione di quel gruppo televisivo europeo che da sempre è nei nostri sogni e che oggi è un’assoluta necessità, per avere la massa critica e la dimensione necessaria per competere con i grandi player della produzione audiovisiva. Se l'Italia è ancora un paese di moderati? La parola moderati si presta ad un equivoco. I moderati non sono coloro che non hanno opinioni forti, convinzioni profonde, passioni civili intense: sono coloro che con razionalità e concretezza, con rispetto degli altri e spirito critico, manifestano le loro convinzioni e sulla base di queste scelgono.

Crisi del settore editoriale? Ma io non credo che la crisi sia inevitabile. Bisogna che le grandi testate giornalistiche sappiano darsi un ruolo diverso dal passato quando erano la sola fonte di diffusione delle notizie. Oggi, a fronte dell’incontrollato e disordinato bombardamento di informazioni, il compito della stampa è dare un significato, un filo conduttore e un vaglio critico alle notizie. Metterle per così dire “in ordine”, senza naturalmente imporre la propria verità, ma fornendo ai lettori gli strumenti per fare scelte consapevoli".