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Zenga: “In Italia nessuno come Conte”

Walter Zenga

L’ex tecnico ha parlato

redazionejuvenews

TORINO - L’ex giocatore e allenatore Walter Zenga ha parlato intervistato dai microfoni di Radio Sportiva.

“I derby non hanno un senso logico, sono un po' cambiati rispetto a prima, quando c'erano più giocatori nati e cresciuti in quelle squadre e abituati a giocarli dall'età di 10 anni, ma mantengono il loro fascino. Eriksen? Difficile dire se un giocatore può cambiare il volto di una squadra, guarda Verona, Parma e Cagliari come riescono a mettere in difficoltà tutti. La A è sempre dura anche se prima quando perdevi 4 gare di fila eri subito in zona retrocessione. Eriksen gioca nella posizione che occupava Sensi, mi spiace che tolga il posto ad un italiano che era in crescita ma le partite sono tante. Non è la velocità di corsa che fa la differenza ma di pensiero altrimenti giocheremo coi centometristi, per uscire dal pressing avversario serve qualità.”

“Oggi il modello è il Liverpool, prima era Pep, ma guarda Alisson che nell'ultima gara ha toccato più palloni dei centrocampisti, chiaro che un portiere che non sa usare piedi partendo da dietro diventa pericoloso. L'Inter di Conte gioca con un sistema che in Italia nessuno fa, i due esterni diventano ali e le due mezzali si abbassano per fare gioco. La costruzione dal basso è diventata imprescindibile ma per esempio io alla Samp avevo un portiere Viviano che aveva un lancio di 70 metri e due punte veloci come Muriel ed Eder, dipende anche dalle caratteristiche dei giocatori.”

“L'infortunio al dito di Handanovic? Dipende dall'entità del problema, io giocai col Colonia con una lussazione, ma su una parata a terra per esempio il mignolo è importante. Padelli? Nelle grandi squadre servono due grandi portieri, avere un secondo affidabile è importante anche per lo spogliatoio. Quando un giocatore si arrabbia per un cambio faccio sempre riferimento al secondo portiere che è quello che si allena più di tutti e non gioca mai.”