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Un carro armato a Wembley: è la notte di Dybala

Dybala, la Juve trema: c'è lo United
L'argentino riparte in Champions a un anno di distanza dalla doppietta contro il Barcellona

redazionejuvenews

TORINO - La classe di un carro armato non suona benissimo ed effettivamente Paulo Dybala può ispirare metafore più consone al suo modo genialmente leggero di giocare a pallone. Eppure quando si entra nella testa dell’argentino, quando se ne percepiscono la forza di volontà e la determinazione, vederlo come un tank che punta il nemico non è poi così strano. E chissà che non abbia pensato a questo il Papu Gomez quando gli ha regalato un modellino di un carrarmato da costruire con i leggendari mattoncini Lego di cui Paulo è pazzescamente appassionato. E molte delle sue grandi prestazioni nascono dalla concentrazione mentale che cerca nelle costruzioni, compagne di tanti attese importanti trascorse a casa alla ricerca della giusta sintonia fra il corpo e lo spirito. Anche gli scacchi sono uno strumento indispensabile per trascorrere le vigilie per coltivare una specie di calma jedi, senza che la tensione negativa prenda il sopravvento. E così, nei giorni che hanno portato a Wembley, Paulo ha costruito il suo carrarmato interiore, assecondando il bambino che resta in lui per liberare la belva nel professionista. E’ sereno, assicurano. «Ha recuperato molto bene», garantisce Allegri che in lui vede l’uomo che, come all’Olimpico, può risolvere in qualsiasi momento la partita, anche gli ultimi venti secondi. Gli è piaciuta da morire la smania con la quale ha voluto, fortissimamente, risolvere quel garbuglio ch’era diventata Lazio-Juventus. E’ lo spirito che il tecnico ha sempre cercato in Dybala e ha capito di aver ritrovato. Da parte sua, il numero dieci ha fretta di riprendersi quello che si è perso nel corso degli ultimi mesi tra crisi, panchine e infortuni. A distanza di un anno dalla sua doppietta al Barcellona ha un’altra spettacolare occasione per lustrare la sua visibilità europea, messa pesantemente in discussione dai suoi critici.

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